Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « 'A GENTARELLA, UUUAAAKKK!!!!!!! »
ID: 236  Discussione: 'A GENTARELLA, UUUAAAKKK!!!!!!!

Autore: L' Autore  - Email: gigiomari@libero.it  - Scritto o aggiornato: domenica 9 gennaio 2005 Ore: 20:04

‘A GENTARELLA
In questi giorni ho rispolverato tre libri bellissimi. "Scimmietta ti amo" dello psicologo Luigi De Marchi il cui assunto teorizza che i mali dell'umanità dipendono dalla consapevolezza devastante dell'uomo del proprio destino di mortali con probabile assenza salvifica; “Il resto di niente” del geniale Enzo Striano, uno spaccato del secondo settecento napoletano per vedere le origini del nostro capire il nostro cromosomico caratteriale; e il vecchio, caro “L’oro di Napoli” di Giuseppe Marotta, la più poetica evocazione del primo novecento partenopeo, antagonista del caustico “La pelle” di Malaparte, tuttavia legati, questi ultimi due, da una sorta di tessuto connettivo che sottolinea come l’odio e l’amore siano lo stesso sentimento all’estremo opposto. Ciò giustificherebbe, ad esempio, il malavitoso che prima di uccidere fa il segno della croce o bacia in bocca la vittima.
Marotta descrive l’inedia nelle case povere napoletane, la lotta primordiale per la nutrizione e la sopravvivenza:
“Un odio e una riconciliazione di ogni giorno – scriveva Marotta rifendosi alla sorella che non sempre gli consentiva di mangiare magri i rifiuti e le briciole nella tovaglia - "Ti desideravo morta, nero sul bianco dei piatti, una crocetta al posto del tuo cucchiaio, ma prima e dopo ti volevo tanto bene”.
La rivalità fraterna è la prima esperienza dell’odio-amore sentito dall’uomo, consolidato, in seguito dalla consapevolezza del proprio destino caduco che poi si estende a tutti gli altri. Ciò viene esorcizzato con l’accaparramento di danaro, con la corsa al potere politico, istituzionale culturale, col terrore quotidiano di essere detronizzato.
Chi non è capace di complimentarsi con gli altri per l‘operato inconfutabilmente utile e valido agisce dietro questo timore. In se si chiude una valvola emissiva di sensazioni e sentimenti simile a quella, ad esempio relativo all’universalmente condiviso tabù dell’incesto. Mentre le critiche e le offese, non importa se giustificate, agiscono come catarsi, come liberazione del dualismo irriducibile odio-amore, che la logica comune non può comprendere né giustificare.
Giorni or sono ho ricevuto un’altra stilettata. Una delle poche persone che mi hanno sempre espresso consensi per queste, come dire, proletarie iniziative culturali ma, credete, di grande fatica, addirittura abbracciandomi e dandomi del “poeta”, questa volta dall’altro capo del filo mi ha detto: “Troppa gentarella, Lui’, he’ miso in questa opera così vasta pure 'a gentarella. Nu poco cchiù ‘e sustanza ce vo’”.
No, caro amico, per quanto ancora ti stimo, non tornerò dieci secoli indietro con i masi chiusi della cultura. Ti ringrazio perché mi insegnasti il parametro del successo a Torre del Greco, cioè "l’assoluto silenzio". Il “chi tace acconsente”. Infatti, proprio dal silenzio di diversi cosiddetti detentori della cultura locale torrese ho misurato il successo di critica di Torreomnia, perché quello di pubblico, che più mi sta a cuore, lo misuro dalle migliaia di e-mail private proprio della "Gentarella", e dal numeratore delle visite nell’home-page che, grazie a Dio, sale vertiginosamente. No! Finché respiro Torreomnia sarà un’opera culturale anche di “gentarella” e di “cime” vere o presunte, reali o sedicenti; ma tutti assieme. Entrambe le categorie siano benvenute! "'A gentarella" viene prima di tutto, anche perché 'a gentarella sono io, le mie origini.
Luigi Mari
 
 

ID: 550  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Comprendo tutto e capisco bene i riferimenti. Ma la mia era una sguainata di gladio al tuo fianco , mostrare i muscoli per difendere questo SPAZIO DI RESPIRO CULTURALE UNICO . Ritengo che gli amici che partecipano a questo forum siano tutti professionisti che si impegnano culturalmente e si vede. Rinfodero il gladio e sono al tuo fianco nell' arricchimento del tuo prezioso forum.
Aniello


ID: 548  Intervento da: Luigi Mari  - Email: gigiomari@libero.it

Caro Aniello,
voglio sperare che questa è una tua entrata ironica. Viceversa non vedo come Ti possa credere cOOggetto di questa "torreseggine" partorita, purtroppo" da un affermato professionista e uomo di cultura, valido operatore di cosa sociale che non cito perché è morto; e quindi quale amministratore tecnico del Forum, devo rispettare le poche regole che collettivamente ci imponiamo.
Il messaggio risale alla fine del 2003 e per me fu un pugno nell'occhio. Sapevo che i torresi siamo i più grandi conciliatori di santità e peccato, riusciamo a modellarci la religione addosso come il sarto provetto fa con il vestido delle nostre nozze.
Ma non mi aspettavo da questa persona perbene, nel 2003, questa discriminazione gerarchica.
Forse hai equivocato con la mia risposta che satireggia gli sfoggiatori di titoli e forse (io avvocato del diavolo azzardo) hai constatato che nel forum sei l'unico ad avere il legittimo sacrosanto e meritatissimo titolo davanti al nome?
La satira del "Dottorino Gianni" è famosa in tutta Torre del Greco e sono soprattutto i i dottori a tramandarle e a riderci sopra.
Ma questa è una trascurabilissimissima forma; dottore o non dottore ciò che fa GRANDE Aniello Langella non è la laurea, che si riduce ad un dettaglio burocratico rispetto alle Sue capacità e la Sua univoca potenza di storico e ricercatore, nonché di accreditato medico. Tangibile. Perché un professore di lettere può anche dire fregnacce, ma non scassa le ossa e non fa rimanere zoppo nessuno! Un dirigente medico no, se non merita lo mandano a casa.
Anzi azzarderei che mettere "dottore" davanti al tuo nome è riduttivo perché ti abbassa al rango della comune massa di laureati, con tutto il rispetto per questi ragazzi, molti dei quali arrivano al "pezzo di carta" con almeno una dozzina di cosiddetti "esaurimenti" nervosi.
Eduardo si fece chiamare con un solo nome anche dopo la laurea ad honorem. Perché era Eduardo, nessuno metteva in dubbio il suo valore.
Insomma, Aniello, fossi stato io a sentirmi offeso l'avrei subito attribuito ai mie due difetti: permalosità e coda di paglia, ma non riesco a capire quale è stata la molla del Tuo sospetto poiché a quanto ho capito sei, tra l'altro un uomo sereno ed equilibrato.
O semplicemente vuoi la lite? Troppi complimenti e salamelicchi che favoriscono l'affabulazione da "mbriachi" in questa "non-arena"?
E' scattata la molla sado-maso? E che ci vuole, basta dirlo; chiamiamo subito Salvatore e lo mettiamo in prima linea con una scolapasta in testa ed un mattarello brandito, anche se egli preferisce il perizoma; ma prima ci assicureremo che abbia le mutande di ricambio, e la bandana con la scritta "IIInnnggg. Tore u turrese".
Caro Aniello, è lo scotto che paghiamo quando ci tuffiamo nella cultura, un po' matti lo diventiamo, giocoforza. Non era la prima volta che Einstein faceva la famosa linguaccia; e Torquato Tasso che si finse morto per appurare se la sorella di Sorrento gli volesse bene, come i bambini che si fingono offesi per attrarre l'attenzione dei genitori ed assicurarsi il loro amore.
Ti abbraccio più di prima.
Luigi Mari



ID: 540  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Semplicemente vorrei capire. Io sarei gentarella ?
Non chiedo altro l'interlocutore si riferisce anche a me ? Se così è ditemelo in quanto ho il dovere di rispondere anche per via diretta con chiarezza e serietà.
Aniello


ID: 537  Intervento da: Luigi Mari  - Email: gigiomari@libero.it

E' il non-moderatore che parla
rispolverando un vecchio messaggio e rispondendo a se stesso.
L'argomento della seconda parte è tutt'altro che frivolo. La gerarchia dei masi chiusi della cultura e la prevaricazione che ne consegue.
Oggi, grazie a Dio, poiché a Torre la sperequazione del reddito ha indici bassi grazie alla nutriita occupazione marittima pre-aeromobile, sono poche le famiglie che non hanno il laureato in casa. Infatti incomincia a scomparire dai bigietto da visa il "titolone", spesso depennato per falsa modestia

Ma chi non ricorda la frase emblematica negli anni 60 del pregiudizio culturale gerarchico della "matrona" di un esercizio commerciale torrese:
Quando si chiedeva del figlio Gianni la matriarca rispondeva inviperita:
Gianni, chi è Gianni? Volete dire u dottorino Gianni!!!

Per me il "troppa gentarella uaaaakkk, che schifo" è oramai solo un suono sgradevole, non altro che il retaggio dipanato da suocerato e matriarcato con radici medievali, come la gelosia di mestiere che parimenti preclude lo sviluppo artigianale di una nazione, dove e quando si vuole sempre gli altri sottomessi. Come i nord geografici planetari che vogliono sottomessi i sud interi. America latina, questione meridionale mai risolta, apertheid, ecc.

La buonanima era un buon amico, colto, valido "giureconsulto", solidale, campanilista, amava la sua terra, ma quanti pregiudizi , quanto ridicolo, inutile razzismo, in una parola: quanta "torresaggine".
Torresità dove sei finita?!
Luigino settebruttizzi 8D]


Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE