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Argomento presente: « NA CAPUZZATA. »
ID: 1964  Discussione: NA CAPUZZATA.

Autore: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 29 settembre 2005 Ore: 15:30

NA CAPUZZATA.
Divagazione semiseria di cultura terra terra su:
Divagazione semiseria di cultura terraterra.
(Gli avvenimenti ed i personaggi della stroppola sono del tutto immaginari. Nessun riferimento a fatti o persone viventi o vissute. I nomi dei personaggi sono quelli che la pigrizia mentale dell’autore ha trovato sotto i tasti, senza sforzo di ricerca).

CAPA, sost. fem. Testa.
CAPO, sost. masc. Capo, camandante. etim. Lat. “caput”.
Dalla radice “cap” discendono anche tutti quei termini che significano “in testa, sopra” come “ncoppa, accuppatura” e tante altre parole derivanti dal latino “càpere”, contenere. L’analisi completa del termine sarebbe “na ruttura ‘i capa” per me e “nu scassamiento ‘i capa” per il lettore.

Oggi songo squitato.
Nun tengo capa, di starmene a lavorare e
nun me passa manco p’a capa se ho un esame. Non mi decido a
mèttere a capa a fa’ bene, invece di scrivere
a capocchia quattro stroppole torresi. A casa mi dicono che
tengo ancora a capa â pazzìa.

Scendo da Gennaro il barbiere che
tène a capa fresca e ha voglia di nciuciare cumme a na
capera. Poi dicono le donne! Ieri sera è stato a sbafarse
capocuollo e muzzarella alla cantina di
Capa ’i voio ncoppaddanuie, assieme a Ciccillo e Nelluccio e mo
me fanno na capa tanta cuntanno n’appiccico tra un paio di
cape ‘i pezza e tanti altri muonaci prericaturi, mentre io
capuzzeo sfastiriato. Nelluccio s’inventa certe grotte piene di
cape ‘i morte ma io non riesco ad afferrare
né capo né cora e penso: vediamo dove vogliono arrivare.

A me
me vota a capa pensando ai miei guai p’a scola ma Gennaro è
capotico e continua con l’appiccico. Poi mi vuole sbarbare ma io
manco p’a capa che mi sottoponga ad una sua rasatura fatta
a capa ‘i mbrella. Arriva Giruzzo assieme a Tatonno
capajanca che tiene quattro capelli biondi e,
capardone cumm’è, si ntalea
a farsi a capa e a farsi allisciare i quatto pili da chillu
capa ‘i mbrella r’u uaglione ‘i Gennaro.

Finalmente
tirammo u capo nterra e usciamo. Sempre na storia longa
p’accapezza’ cocchecosa. Pensiamo di andare al mare a fa’ doie
capasotto e scendiamo fermandoci
ncapatorre dove prendiamo il caffè al bar di
Capucchione. Ce lo giochiamo
a capa o croce.

Nelluccio propone di andare ammontuscaro ed io
me mengo ‘i capa perché là sono nato. Il quartiere dove giocavamo
a capojattone tra bimbi ed ora, a vederlo abitato da qualche
capobanna e non più da modesti pisciavini ca parlavano di
capannuoglio, capammartiello, capituni e capatoste, oppure di
capachiatte, caparugnose e capichiovi. E ancora di
capomazza, capuozzi e caponi mbriachi. Che bella
accuppatura ‘i brava gente ca nce steva! S’accuntentavano ‘i
na capunata cumme si fosse nu pullastiello o nu
capone arrusto. Ed ora tutto è cambiato ed io
me metto i mmane ncapo, notando la trasformazione. Vorrei
capatia’ a capa r’u ciuccio e tornarmene a casa.

Giggino è
capatuósto e vuole fare il bagno. Lui è il nostro
capintesta e noi dobbiamo ammucciare. S’è già spugliato
‘a capo a ppieri e s’abbalocca a rattarse
i capitielli prima di tuffarsi. Ciccillo invece
tène a capa nt’u pallone, penzanno a qualche
Capichiuovo canusciuta.

Isso nun s’addona di cierti
cap’allerta che ci stanno squadranno. Laggiù ora ci sono troppi
capuriuni e capiparanza e non vale la pena di fare i
capuzzielli pure noi. Giruzzo m’ha capito e finge
nu vutamiénto ‘i capa, prima che a me venga
nu capestuoteco, per andarcene via. Meglio evitare
na capuzzata ncopp’u naso se dovessimo fare questione.


 
 

ID: 2649  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: giovedì 29 settembre 2005 Ore: 15:30

Dott. R.
Anche in seguito al messaggio di Giovanni Raiola, mi hai scatenato i 15 anonimi sulla mia posta privata per farmi una tirata di orecchi.
Ma cosa avrò detto mai?
Le Tue illazioni e prese in giro nei miei riguardi non hanno neppure sfiorato loro 15.
Due parole Ti ho detto io per difendermi e si è scatenato il finimondo. Persino Monica da Firenze è intervenuta. Ma cosa fai alle donne? Non sarai mica un buon partito? Eppure alcune di loro sono maritate.
Sto da stamattina incollato al monitor per leggere le reazioni. Ma ora basta. Non voglio sentirmi un ragazzino che litiga. Faccio una capatina presso il Bar Santopietro per prendere un po' d'aria.
Bene, credo che Giovanni Raiola abbia ragione. Se si incomincia a litigare sul forum non vi sarà mai nulla di costruttivo. Non ci sarà nessuna "Capuzzata" per dirla con Argenziano, siamone certi tutti, siamo persone civili, noi veniamo alle mani solo metaforicamente. Quando ci incontreremo per sorbire un caffè ne saremo certi.
Chiedo scusa se ho arrecato offesa, ma non ritratto le mie idee e le mie considerazioni in generale. Poi, bisogna portare rispetto a coloro che hannio i capelli bianchi...
Stammi bene Dottore. Pace?
Primo Carnera rabbonito

P.S. - A proposito, sono ormai quarant'anni che il termine "pulzella" è arcaico ed è stato sostituito con "pulcella", anche se si pronuncia pulsella. Mio nonno è membro dell'Accademia della Crusca.


ID: 2648  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: giovedì 29 settembre 2005 Ore: 14:38

Amici.
Tempo fa il forum prese una piega non proprio felice, così il nostro bravo ingegnere Argenziano scrisse 'A CAPUZZATA, questa satira, "paraustiello" a modo suo, di buona finezza letteraria, che seguiva quella della "Maniata".
Oggi, fine settembre, si leggono alcuni messaggi di attrito sul forum. Si parla di muscoli, di lotte libere e quant'altro.
Io propongo di rileggere questo tentativo di discussione dell'Ing. Argenziano. Io, rispetto a Lui sono solo ...nziano, mi manca l'Arge. Avrei voluto leggerlo ancora quast'uomo, ma la vita va così. Quante buone occasioni perdute!
Ora dico ma la vogliamo finire? Tra litigate, contenziosi e "pigliate di collera" tutto va all'aria, anche i buoni propositi. Così siamo tutti sconfitti.
Come quando si litiga tra marito e moglie, o quando addirittura, si divorzia io credo che la colpa non sia mai di una sola fazione. Ma non basta che una sola parte ammetti questo. La pace si fa con 2 esami di coscienza e non uno, partendo dal presupposto che nessuno è perfetto. Non solo siamo tutti peccatori, ma soprattutto comuni mortali.
Sarebbe necessario l'antico "memento mori": Fratello, rcordati che devi morire.
Giovanni Raiola


ID: 2192  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Data: domenica 29 maggio 2005 Ore: 20:13

Caro Nicola,
leggere che na capuzzata ha potuto darti “una bella mezzoretta” nella tristezza del tuo umano compito è stata la migliore ricompensa per le mie divagazioni.
Un abbraccio carissimo,
Salvatore.


ID: 2159  Intervento da: nicola scognamiglio  - Email: nicoscogna@libero.it  - Data: sabato 28 maggio 2005 Ore: 18:38

Devo dire che mi sono gustato questo affresco dell'Ing. Argenziano.
Insomma è vero che ci vuole la "sciorta pure a fare quella cosa là". Tutti a leggere le freddure di Ciro Adrian Ciavolinio, non male, un verità, ma altrettanto tutti trascurano questi simpatici mosaici di Salvatore che ora et labora in silenzio, con modestia e rassegnazione. Incominci a piacermi Ingegnere, sono di guardia nell'ospedale carcerario, sai è molto triste qui, mi hai fatto passare una bella mezzoretta. Già mi rintronava la testa con quegli altri messaggi pregni di tensione di questi giorni. Come si fa a pensare di diventare simpatici con l'arroganza e la prevaricazione. Il mondo è folle, certamente.

"Laudatis utiliora, quae contempseris, saepe inveniri... asserit narratio!"
La favola insegna che spesso si scopre esser più utili le cose da noi disprezzate che quelle apprezzate.
Fedro


ID: 1966  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: giovedì 19 maggio 2005 Ore: 11:08

Signori,
ci troviamo di fronte ad una evoluzione di forma. E' insorto un modo di postare, come dire, "seconda maniera".
Gli ultimi messaggi di Salvatore sono molto intesessanti, anche se fanno poco rumore per il Suo tipo di ironia adottato, cioè quella sottile, intelligente, da scandagliare.
Tutti sappiamo che l'ironia è l'espressione di una persona che, animata dal senso dell'ordine e della giustizia, si irrita dell'inversione di un rapporto che stima naturale, normale, intelligente, morale, e che, provando il desiderio di ridere a tale manifestazione d'errore o d'impotenza, la stimmatizza in modo reattivo rovesciando a sua volta il senso delle parole (antifrasi) o descrivendo una situazione diametralmente opposta alla situazione reale (anticatastasi). Il che è una maniera di rimettere le cose per il verso giusto.
Quando l'ironia è sottile allora risulta gradevole ed efficace, ma soprattutto è costruttiva. Non tutti sono in grado di fare una ironia come quella di Salvatore che non sfiora mai il sarcasmo. Forse Egli è avvantaggiato dallo "studio della parola" che oramai da un lustro lo contraddistingue.
L'ironia di Ciro Adrian, ad esempio, è a forti tinte, esplicita e strappa il buon umore di primo acchito, proprio perché è meno dotta, meno "avanzata" insomma è "nazional popolare". Quella di Salvatore è aulica, elitaria, ma altrettanto efficace.
E' un invito ad interpretare e non a leggere con superficialità questi post il cui risultato si rivela non solo gradevole, ma significativo nel senso del sociale.
Gigi Mari


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