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Argomento presente: « LA BIBLIOTECA COMUNALE »
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ID: 1874  Discussione: LA BIBLIOTECA COMUNALE

Autore: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 23 ottobre 2009 Ore: 01:40

Sono stati approvati i lavori per la nuova biblioteca comunale nell'ex palestra GIL.
Spero che sarà intitolata a Raffele Raimondo, autore di libri e pubblicazioni storiche su Torre, che sono diventati i pilastri su cui poggia la conoscenza del nostro passato e dai quali libri siamo venuti a conoscenza di fatti seri ed aneddoti, di documentazioni storiche e di vita vissuta. Abbiamo appreso di Gaetano De Bottis e di Francesco Balzano, del Beato e del brigante Pilone, dei politici e dei feudatari.
Un grazie a Raffaele Raimondo, dedicandogli la biblioteca di Torre del Greco, penso sia dovuto. Antonio

 
 
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ID: 2031  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: domenica 22 maggio 2005 Ore: 12:20

Riflessioni a margine: ieri ho semplicemente ringraziato l’amico Abbagnano per il suo intervento nel Forum a proposito del nome da dedicare alla Biblioteca Comunale che si sta allestendo. Sembra sia stato, attraverso una forma di “democratica” partecipazione popolare, esercitata nel ristretto cerchio, ambito, delle scuole torresi, scelto il nome del non mai dimenticato giornalista torrese Enzo Aprea.
L’Assessorato alla Cultura aveva, infatti, ritenuto che il sistema dell’”elezione” potesse essere quello più giusto, più sicuro, più verace, e, per finire, quello che garantiva la massima trasparenza come metodo e come risultato. Le argomentazioni dell’amico Abbagnano è certo che le condivido.
Tra i “candidati” era stato inserito, non so da chi, anche il nome di Raffaele Raimondo, che come torrese non solo è da ricordate per i suoi due libri,”Itinerari Torresi” e “Uomini e fatti dell’antica Torre del Greco”, ma anche per la sua azione proprio di “giornalista” (non volle mai, per sua scelta fare alcuna domanda per ottenere la famosa tessera di giornalista che avrebbe potuto facilmente ottenere se non altro per il numero degli articoli scritti sul giornale La Torre.) Azione che prese le mosse quando era ancora verde e giocava a farlo, il giornalista, tra gli amici del Circolo Artistico Domenico Morelli.
Ma Raffaele Raimondo è stato anche un artista del pennello e grafico di prim’ordine. I suoi pochi acquerelli che sono sparsi all’interno della nostra famiglia e tra i pochi torresi fortunati stanno lì a dimostrarlo.
Vi sono state le sue memorabili luminarie che per anni si sono imposte come raffinate creazioni artistiche e hanno dato “lustro “in tutti i sensi a feste popolari come La Piedigrotta a Napoli e sempre a Napoli le feste del Munacone, (S. Vincenzo alla Sanità) e quelle del Carmine.
La nostra festa dei Quattro Altari, poi, come l’ ha saputo illuminare lui non l’ ha saputo fare nessun’altro. Number One! Scusatemi quest’accenno di esaltazione. Ora ritornando al discorso faccio rilevare a chi mi legge che il metodo dell’elezione è senza alcun dubbio sicuro ed efficace. Ma la prassi seguita in questo caso a mio avviso presenta alcune vistose limitazioni che ne inficiano il risultato.
La prima è la scelta di circoscrivere l’ambito delle elezioni a quello delle scuole. La seconda e quella che se c’è una elezione tutti i candidati devono essere invitati da chi organizza tale elezione a fare opera di propaganda in quell’ambito. Poiché per legge i candidati devono per prima cosa essere defunti da almeno due lustri sono i familiari o persone all’uopo scelte a fare quest’opera di propaganda e di spingere per ottenere il risultato voluto.
Mio caro Abbagnano, come figlio degenere, quale sono, pur sapendo di manovre e di legittime aspirazioni di altri familiari non mi sono mosso a fare alcunché anche perché questo metodo non mi è sembrato assolutamente valido non fosse altro per la ristrettezza dell’ambito.
Questa è una storia vecchia. Qualcuno un tempo avrebbe voluto dedicare una via a Raffaele Raimondo ma come sempre avviene ci sono stati altri candidati, ovvero famiglie di altri candidati, che si sono fatte avanti e questa possibilità si è allontanata sempre di più.
Questa è la solita faccenda di chi ha più Santi in Paradiso. Un fatto è certo che io non muoverò un dito. Se questa “comunità”, questo “sistema” vorrà esprimersi in tal senso ed essere capace di muoversi in maniera giusta non potrà che farmi piacere se no non fa niente. Il “popolo torrese” così avrà voluto.
Amen.
Francesco Raimondo




ID: 2012  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: sabato 21 maggio 2005 Ore: 17:21

Caro Antonio,
ti dico semplicemente grazie per quanto hai scritto.
Ciccio


ID: 2010  Intervento da: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Data: sabato 21 maggio 2005 Ore: 15:50

Ho letto su un settimanale torrese colorato che è stata fatta una votazione fra studenti per decidere a chi intitolare la nuova biblioteca comunale e che questi (gli studenti) abbiano deciso a maggioranza di intitolarla a Enzo Aprea e in alternativa a Carlo Parlati ( il settimanale in questione ha scritto Parlato ma forse si tratta di un refuso tipografico).
Ho dedotto che al Comune non c’è una Commissione per la Toponomastica né persone autorevolmente e culturalmente in grado di decidere a chi intestare la biblioteca comunale, passando “la palla” ai poveri incolpevoli giovani studenti.
Il nome di Enzo Aprea è sicuramente prestigioso in campo giornalistico e televisivo e autore di un bel libro sulla malattia che lo ha tormentato fino alla fine dei suoi giorni. Siamo stati partecipi del suo dramma e della rilevanza nazionale che ha saputo esprimere come “testimonial” di quanti erano affetti dal terribile morbo ed è stato pungolo per la ricerca medica.
Non è stato però, e ciò sia intenso non in termini negativi, autore legato alla storia della nostra Città ma più propriamente ad un periodo giornalistico – culturale - politico di ambito nazionale.
Per essere chiari la biblioteca potrebbe essere anche intitolata ad Alessandro Manzoni e non ci sarebbe nulla di sbagliato.
Carlo Parlati è stato grande artista e le sue splendide opere sono patrimonio di Musei, Case Reali e collezionisti di tutto il mondo. A suo nome si potrebbe a breve intitolare o un museo o una scuola; sarebbe il giusto omaggio ad un artista torrese di fama e valore mondiale.
Se invece si deve intitolare la biblioteca comunale di Torre del Greco mi sembra logico darle un nome ad uno scrittore torrese, che ha scritto di Torre, della Storia di Torre, che è vissuto sempre a Torre, che ha avuto il salmastro del nostro mare nel sangue, che ha scritto di fatti storici serissimi e di aneddoti, dandoci una visione a trecentosessanta gradi del nostro passato. E’ stato autore di libri che sono la Fonte a cui tutti gli storici o presunti tali vanno ad abbeverarsi quando hanno sete di sapere di Torre del Greco. Questo scrittore è Raffaele Raimondo, un grande.
Antonio



ID: 1881  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: venerdì 13 maggio 2005 Ore: 10:30

Carissimo,
un omosessuale, un trans, come si dice oggi, isolato da tutti, dileggiato come un appestato, non aveva mai chiamato il medico perché si vergognava di farsi visitare. Solo, in un monovano, come un terzomondista, si è trascinato appresso per mezzo secolo anche le malattie più insidiose, fortunatamente guarite dietro i calvari che conosciamo per la misericordia di Dio.
In ultimo non ce l'ha fatta, l'hanno trovato dopo una settimana riverso sul pavimento col sangue che gli colava dalla bocca tra i fetidi umori settici.
Soltanto e nient'altro per il demonio spietato dei pregiudizi e del perbenismo locale. Pure l'omosessualità è dei ricchi e dei potenti, di coloro che possono e sanno occultarla.
Un esaurimento nervoso, ad esempio, dalle nostre parti, può divenire ben presto una malattia mentale perché il malcapitato serve a noi per compensare le nostre carenze, la nostra ignoranza, non è ritenuto un ammalato, ma un indemoniato da sfuggire, nascosto dalla stessa famiglia. Se dovesse togliersi la vita non viene accettato neppure in Chiesa per l'ultimo saluto. a meno che non sia potente o del clero. Dopo un tentativo di suicidio in carcere è previsto l'isolamento nella cella di rigore per lungo tempo. Etcetera, etcetera, etcetera.
Come si fa a crogiolarsi nelle "leggerezza delle sfumatore e vedere le parole come i leggeri rosati della Tua pittura?".
Insegnami, ti prego, ad "entrarvi con dolcezza per poterne intenderne i reconditi pensieri"... Insegnami l'oblio.
Giggino

P. S. - Tre le insidie della vita. 1) Calamità naturali; 2) Malattie 3) Gli altri.


ID: 1880  Intervento da: Ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: venerdì 13 maggio 2005 Ore: 08:32

A guardar caratteri di stampa e fotografie, caro Mari, vai smarrendo la leggerezza delle "sfumature"...le mie parole sono come i leggeri e rosati viola della mia pittura, bisogna entrarvi con dolcezza per poterne intenderne i reconditi pensieri....

ID: 1879  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: venerdì 13 maggio 2005 Ore: 00:04

Caro Ciruzzo,

Tu sai quando ti stimo e quanto abbia apprezzato il tuo modo di srivere. "Adrian vecchia maniera". Non Ti ho nominato nell’elenco per lo stesso motivo per cui non ho nominato me. Non per modestia, (il paravento degli imbecilli), diceva il Duce a torto o a ragione. Non credo che io non meriti una benché minima considerazione. Se adoperi la modestia a Torre ti trovi con la testa schiacciata sotto il piede di qualcuno e se cerchi di difenderti il piede incomincia a spiaccicare.

Nota che non sono stati nominati nell’elenco tre nomi che ho messo in maiuscolo dei quattro di questa Tua frase di ieri

>”I veri intellettuali sono, a parte alcuni del passato che conosciamo. LUIGI MARI e Antonio Abbagnano, che si son messi a tavolino ed hanno dato quel che hanno dato, a proprie spese e tempo. Scherziamo per scherzare, ma costoro, come ME, come RAIMONDO, come qualche altro, non avranno neanche un supportico a loro nome...”.

Vedi Ciro, sarebbe l’ora di capire che ogni messaggio di questo forum è un test automatico, giocoforza, sul caratteriale vesuviano. Nessuno lo studia o lo architetta se non la verità stessa, la sequenza degli eventi. I messaggi, le astensioni, il silenzio, i post privati. Ma credi che questi ci danneggi? No! Ci fa prendere consapevolezza dei nostri abbagli, della nostra sedicenza, della nostra permalosità, ma soprattutto dei nostri pregi, perché abbiamo pure quelli grazie a Dio.
Per questo diverse persone non scrivono o scrivono poco. Chi scrive si mette in gioco, ma se brilla di luce propria ne esce vittorioso senza il commento o il parere di nessun terzo, ma soprattutto senza sforzo.
Ma il problema sta nel fatto che tutti vogliamo brillare non in parità, ma più degli altri. Questo in lingua si chiama protagonismo ed io ne sono un po’ il portabandiera.
Il nocciolo stà nel fatto che c’è chi pecca di protagonismo e di valentia insieme e chi invece vuole essere protagonista senza fondamenta e brilla di meno. Se una stella polare ci si mette tra i piedi invece di beneficiarne della luce ci mettiamo il braccio sugli occhi. L’immaturità non c’entra nulla con la cultura, con l’erudizione e con l’intelligenza.
Io mi scopro immaturo ogni giorno di più e sempre con più difetti ed errori, ma è proprio questa consapevolezza che mi fa migliorare. Altrimenti nascono le fazioni, le simpatie, le antipatie, i raduni. Poi c’è la stella di mezzo che non migliora né peggiora perché si ostina allo scambio, alla collaborazione, rimane mediocre com’èra, ma onora la gloria del barone De Cubertin.
Chi vorrebbe scrivere e non scrive perché soffre di disistima di se oppure preferisce non perdere i presunti diritti acquisiti mai sottoposti ad un confronto o ad un esame.

Caro titubante iscritto al forum, diceva Socrate, (da non confondersi con Tua suocera) "Meglio sbagliare ed agire che non aver mai sbagliato e mai agito".
Lascia stare i gigioneschi e gli istrioni come l'amministratore, ignora i suoi fuochi, sono d'artificio o fatui, a seconda dell'umore. Scrivi quello che puoi, e quello che sei; più semplice sei e meglio è; naturale, come un seno di mamma che nutre. La natura non è intellettuale. Lo dice Trilussa: "Una farfalla si posa su un fiore, lo bacia e se ne va. Infondo la felicità è una piccola cosa".

QUESTO FORUM NON E’ UN’ARENA, NESSUNO METTERA’ MAI IL POLLICE VERSO PER CHICCHESSIA, ANCHE E SOPRATTUTTO SE ENTRASSE UN ANALFABETA. IL VALORE DI UNA PERSONA NON SI MISURA SOLO DALLO SCRIVERE BENE, MA DAL SAPER VIVERE BENE.
SALVO D’ACQUISTO AVEVA LA SECONDA ELEMENTARE E CONTA ALLO STATO TRE PIAZZE E VENTI STRADE DEDICATI A LUI, senza contare libri, film e quant’altro che ricordano la sua storia.

Se Tu, Ciro, non fossi intervenuto nessuno avrebbe detto e neppure pensato che dall’elenco manca Ciro Adrian, Luigi, e Francesco, proprio i tre nomi a cui Tu avresti dedicato almeno un supportrico, ma soprattutto abbiamo dimenticato nell’elenco centinaia di autori torresi accreditati e consolidati in mezzo millennio di pubblicazioni prestigiose”. (Vedi la bibliografia) senza nulla togliere, chiaramente a Raffaele Raimondo e alla sua di dilogia di notevole rilievo.
Che, poi, nominare Raffaele Raimondo è stato giusto, ma ignorare Ciccio nell’elenco lo è meno, perché una parte delle fatiche raimondine sono dovute a Francesco Raimondo. Ma è lo scotto che pagano "i figli d'Arte".
Amici, ma davvero una mano di tressette in questo forum ci fa montare la testa al punto di dimenticare una retrospettiva letteraria torrese e vesuviana di grosso spessore? Con quale faccia tosta incontreremo nell’aldi là i nostri autori concittadini del passato? C’è gente che ha dedicato una intera esistenza a studi geografici, vulcanologici e storici.

Il perché non abbia nominato Te e me, Ciro, Te lo spiego con un aneddoto su Totò. Ma non prendere per oro colato il significato. Ricorda le figure retoriche.

Un giorno si discuteva in teatro in modo concitato tra i capicomici sulla grandezza dei caratteri da mettere sui manifesti.
"Vutte a mme e vutte a tte"; "chi so' io e chi si ttu"; "tu 'o lieve e tu 'o miette".
D'un tratto apparve Totò.
- "De Curtis - disse uno di loro agitando una locandina - non ti pare che sul manifesto dovrebbe andare cubitale il tuo e il mio nome di capicomici?"
Totò sorrise e rispose: "Vuie site capicomici, Totò è 'nata cosa!"

Tanto, quello che dici dici in questo forum sbagli sempre, è come il mestiere moderno di genitore. Tanto vale.

Luigi Mari

Nota: Si prega tener conto del linguaggio figurato esplicato nell’ID.1870 della discussione "Sta pe vveni' 'a staggione" di Antonio.




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