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Argomento presente: « Via Ciro Adrian Ciavolino »
ID: 1864  Discussione: Via Ciro Adrian Ciavolino

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: venerdì 30 settembre 2005 Ore: 11:18

A margine di Fenomenologia di Abbagnano.

Caro Ciro Adrian, sei sempre delicato e sensibile, mai avaro di complimenti. Rallegrati per questo. Hai acquisito almeno 50 punti di Libertà dalla schiavitù di noi stessi.

Tre locuzioni mi sono care: "Tutti insegnano a leggere e nessuno insegna a vivere".
"Le cose a questo mondo vanno male perché tutti fanno quello che fanno gli altri e non come quelli che fanno bene".
Infine: "Dopo morti tutti puzziamo allo stesso modo".

A cosa serve il titolo di una strada se questa dovesse chiamarsi Adolf Hitler strass?
Se si riesce a seminare e far nascere un solo fiore cosa importa il nome del contadino?
Col mestiere che mi ritrovo e con le amicizie editoriali napoletane che ho avrei potuto saturare Torre del Greco di Libri, gli argomenti non mi mancano, lo sapete, me li sento sotto i piedi come acqua sorgiva. Ma come non sono gli uomini che fanno i viaggi ma i viaggi che fanno l'uomo, è meglio leggere il vento che le frasi.
Pensa te la boria delle targhe viarie, che spesso ricordano anche condottieri sanguinari, politici corrotti, illustri per forza del potere e di prevaricazione.
Scrivere molti libri per il pensiero di una targa viaria post mortem sarebbe solo servito a saziare la mia boria, la mia presunzione, penalizzando la mia coscienza.
Vorrei che ci insegnassimo a vivere l'un l'altro, con i gesti e con le azioni, non con le parole. Verba volant. Non tre pillole pro die danno la felicità, ma tre abbracci sinceri. Cento libri stampati non valgono una sola lezione di vita, cioè un semplice, sincero gesto d'Amore, un alito di Libertà che ti sfiora le gote.
Pur certo che lo scritto è vaquo, non vita vera, a volte fisso il monitor, e la tastiera scrive da sola. Per condanna professionale vivo il virtuale gutemberghiano. Una malìa, un sortilegio. Scrivo sempre a braccio, senza dizionari, un pensiero segue l'altro, si cuciono e si concatenano da soli. Non c'è sforzo o sfintere che trattiene. Un fiume in piena che tracima, straripa, ribolle fino ad essere riassorbito nella mente carsica del lettore. Sono un vampiro che succhia inchiostro nella notte dell' "arte nera" nascosto al giorno della vita.
Non è bravura o capacità, è il risultato dei vissuti dolorosi dell'esistenza, è il pathos creativo dell'essere che si arrovella lungo il tempo trascorso tra le gioie più intense immediatamente dopo le pene più amare, è l'animo che si affina lungo gli anni e che immagazzina idee e tormenti, sete di giustizia ed elemosine d'amore. Non c'è progetto o metodo; l'architettura del pensiero è fluida come il sangue nelle coronarie all'altezza dei precordi. Nulla è voluto ma predestinato.
E' "scrivere". Pena e gioia fanno o scrittore.
Cioè trasformare la vita in segni fonetici. Nessuna scuola, nessuna teoria, nessuna formula fa "scrivere". Non esistono ricette o allenamenti. E' un furore, un grido, una degenerazione della sblimazione, una disgregazione del sapere e una vittoria della infioritura sotto una delicata pioggerellina d'aprile.
Sarebbe solo servito a saziare la mia boria, stampare centinaia di libri, ad alimentare la mia presunzione, penalizzando la mia coscienza. Scrivere è il surrogato della vita, è il cimitero degli spasimi e degli amplessi, è il surrogato dei sogni.
Una volta l'hai detto, Ciro, senza volerlo, in un messaggio: "Lasciamo la letteratura al cartaceo". E riserviamo i voli pindarici al forum. Ma un libro è limato, è burattato da impurità e scorie. Qui almeno c'è l'anima nuda, autentica. Io impiego dieci minuti per un messaggio. Le ipocrisie non allignano in un tempo così breve.

Un fiore che ti sfiora, un profumo che ti inebria, una terra nuda sotto i plantari, uno spiccare un volo e sentire tutto sulla pelle non più nella virtualità dell'immaginazione, dedaleggiare e vivere, senza fonts, senza monitors, senza tipi. Semplicemente con la vita sulla pelle.
La vita addosso.

Luigi Mari


 
 

ID: 2653  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: venerdì 30 settembre 2005 Ore: 11:18

Sono un altro maschio dei 15 anonimi "impiegati dello stato".
Ho scelto questa discussione perché Ciro Adrian Ciavolino e amico mio, nonché ex collega. In questi giorni è stato riesumato nel forum.
Desideravo che questa mia presentazione venisse letta e mi sono introdotto in una stanza provocatoria.
Ma voglio essere utile. Ascoltate ciò che vi consiglio.

Per sincerarsi della potenza del motore di ricerca Google provate a digitare in esso, ad esempio una frase del Forum.

na capuzzata di Salvatore Argenziano

Una volta usciti i link cliccare su "copia cache" e vi compare la pagina del forum con la discussione di Salvatore.

Questa funzione Copia cache è presa sottogamba, ma quando il link fallisce porta direttamente alla pagina dove è scritta.

Un altro esempio:

Fenomenologia di Ciro Adrian

Poi cliccare Copia cache ed uscirà la pagina.

Ancora un esempio:

A cappella u sorice

In questa maniera si possono cercare messaggi, frasi, titoli nel forum e in Torreomnia come una sorta di motore interno.

Per maggiore velocità di ricesca spuntare pure l'opzione "Cerca in pagine italiane".

E' chiaro che non bisogna introdurre frasi con parole chiave diffusissime e generiche altrimenti escono migliaia di link.

Marc'Antonio


ID: 2238  Intervento da: Mario Fusco  - Email: fuscotono2@virgilio.it  - Data: giovedì 2 giugno 2005 Ore: 18:45

Intitolare una strada a Ciro Adrian Ciavolino?

Non lo conosco personalmente, ma conosco la sua pittura.
Dopo l'esclusione dell'anno scorso di Raffaele De Maio per lo storico Altare di Piazza Luigi Palomba, ora sembra che abbiano escluso l'artista Ciro Adrian. Voglio solo sperare che mi abbiano informato male. Gradirei sapere la verità, perché a volte da noi ci si inventa di tutto. Nel caso positivo il Prof. Ciro ha tutta la mia solidarietà e quella di migliaia di Torresi.
Amici, mentre voi vi perdete in beche insignificanti e anticostruttive prettamente personali, nessuno pensa alla città.
Non sarebbe meglio spendere il tempo per le cose sociali, anziché pensare solo e sempre alle nostre persone?
Altro che Via Ciro Adrian Ciavolino.

Mario.


ID: 1867  Intervento da: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Data: mercoledì 11 maggio 2005 Ore: 23:19

E’ tornato Ciro Adriano cui intesteranno il Supportico Piscopia.
A Gigi Mari invece via che mena a Santa Croce.(mena? Si, mena! E che mena? Boh!)
A Ciccio Raimondo vico Menarca, che non so chi era però il nome evoca goliardie raimondine.
A Salvatore Argenziano traversa Portosalvo, da dove non se ne mai andato.
A Nello Langella il vicolo della Croce (idem come sopra)
A Monica Falanga, il vicolo ru panare e canestre, che potrà riempire di fiori e ornare il petto e il crine.
A Pina Busiello la traversa dove sta l’ex palestra GIL, core a core con la Giovanni Mazza (la scuola)
A Mario Fusco via Etna, tiè.
A Francione, Viale Campania dove sta la Pretura
A D’Agostino Costanzo, via San Giuseppe alle Paludi (delle leggi)
A mme vicolo delle capre, non per le corna, però.
Saluti a tutti, Antonio.



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