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Argomento presente: « Single amore mio »
ID: 1753  Discussione: Single amore mio

Autore: Marina Ciliberti  - Email: marinaciliberti2@virgilio.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 7 giugno 2007 Ore: 14:36

Monica, ti ricordi questo Tuo messaggio? Come redattrice in incognita Te lo sposto in testa alla discussione:

Mio caro compagno di... avventura,
cioè quello di essere single. So che sei un uomo di spitio, tra l'altro, per questo ti invio un messaggio un po' fuori le righe.
Pensa te...! Sul forum di Torre del Greco, una città che vanta una delle più alte percentuali di perbenismo e provincialismo secondo la media nazionale, tra tanti parrucconi misoneisti e falsi misogeni, chi ti trovo? Un single, che vanta un passato di "friccicariello". (La carica erotica repressa di cui ti parlavo). Sono praticamente invitata a nozze.
Perché provinciale e pregiudiziosa Torre, teso'? (tesoro abbreviato), perché prova a dire "zetiello" per la strada a Torre, la gente si girerà con ammirazione e interesse, specie se l'aggettivo è relativo ad un buon partito. Gli occhi dei passanti, sia nella versione di potenziali padri, che di potenziali spose o di potenziali "genitrici", luccicheranno di fervore e di speranza, come il povero giocatore il sabato sera a cospetto del postiere di un bancolotto.
Ma prova a dire "zitella" i passanti si gireranno con disgusto, ti guarderanno con commiserazione. Dice bene il Mari, Torre è l'unico paese al mondo che per dire "maschio" si dice "ommo". "Femmina", invece, sta bene così, perché "'a femmena", è più vicina al concetto di animale, sebbene superiore, ci mancherebbe. Mi sono sempre chiesta, ma cos'ha a Torre in più un maschio rispetto ad una donna a parte un batacchio di campana?
Amo' (diminutivo di amore) anche se siamo due single che sul terreno torrese saremmo competitivi con armi impari, confrontiamoci "fuori casa" per dirla in gergo calcistico. Nel panorama della popolazione italiana degli ultimi anni si è progressivamente diffusa e affermata, tanto per l’uomo che per la donna, la condizione di chi vive come single, sancita dall’assenza di una stabile relazione affettiva, ho detto stabile, perché possiamo eccellere in fatto di affetti occasionali e non bollati al comune, per così dire.
Quindi io, indossatrice in quel di Firenze, e Tu intellettuale in quel di Napoli, rientriamo nella stima dell’ISTAT realizzata nel periodo 2004-2005, come fenomeno dei single in aumento. Le persone "sole", per modo di dire, sono in Italia più di 5 milioni, pari al 22% della popolazione totale, in pratica. Se poi aggiungiamo i religiosi, allora i non sposati equivalgono alle cittadinanze di cento Torre del Greco messe assieme.
All’origine del fenomeno, dicono quelli che la sanno lunga, è possibile individuare alcuni fattori legati in prevalenza ai cambiamenti culturali della società, considerato che il bisogno di essere in due è culturalmente determinato ed è parte dell’ereditarietà biologica legata alla sopravvivenza della specie e dell’individuo.
Tra i fattori più rilevanti, Ciccetto mio, sono da annoverare la minore rigidità dei ruoli di genere (maschile-femminile), la liberalizzazione sessuale, la maggiore autonomia femminile e una diminuita sicurezza maschile che può implicare anche problematiche sessuali di tipo disfunzionale. E qui il Tuo caso è da escludere, dato il ceppo "sanguigno" della Tua famiglia che si evince nei libri e negli articoli de' "La Torre" del Tuo Papà Raffaele che il mio di papà conservava come feticci.
Facciamo opera sociale nell'ormai famoso e famigerato Forum Torreomnia se forniamo di prima mano informazioni sul celibato di due single irriducibili e convinti come noi due, ma da due punti di vista eterogenei come genere ormonale e forse anche “ambientale caratteriale” visto che Firenze, che mi ha rieducata, e Torre, sono distanti anni luce in fatto di mentalità sessuale.
Il comportamento, per quanto concerne l’aspetto motivazionale, presenterebbe, col beneficio dell'inventario, diverse spiegazioni. Scusami la prolissità, caro dott. Raimondo, ma mi sono ben ferrata sull'argomento. Secondo i risultati di un’indagine di pochi anni fa, la scelta di essere single può essere principalmente determinata da elementi quali il concetto di libertà, i sentimenti di insofferenza per la convivenza, l’assenza di un partner rispondente alle aspettative personali. E fin qui un Ciccio non può essere che d’accordo.
La situazione di single può quindi costituire una vocazione profonda, rappresentare la scelta di chi non intende realizzare una relazione stabile o formare una famiglia, sovente per dare spazio alla carriera e garantirsi maggiori opportunità di autonomia. E qui il mio caso può avere attendibilità.
Infine, la questione può essere vissuta come isolamento e oppressione, quando non corrisponde a una vera e propria scelta ma deriva principalmente da difficoltà nello stabilire relazioni sessuoaffettive durature. E qui sarai Tu a darmi conferma, visto il caratteriale vesuviano generale rispetto alla condizione dei singol.
Mi deluciderai sull'assatanamento vero o presunto dei Tuoi colleghi maschietti vesuviani. Mi chiarirai le motivazione di quella virilità sacrale che si porta in giro come uno stendardo di qualità da "bbascio ammare" fino a Montedoro".
Così, specie sotto il Vesuvio il peso e la tensione di questa sessualità ostentata possono diventare insopportabili per chi non riesce ad affrontare e superare positivamente la solitudine e la sensazione soggettiva di essere tagliati fuori dal mondo degli altri e di non avere nessuno a cui rivolgersi nell'ambito domestico, s’intende.
Ma quanti vivono nella condizione psicologica di single in seno a quei matrimoni coatti fatti per gli occhi del mondo, per l'opinione altrui, o squallidamente per affare specie in un contesto geografico di ricchezza sostenuta, anche se sperequata?
E qui, Ciccio, dobbiamo fare da portavoce in due. Come viene vissuta realmente la condizione di single al di fuori di quella "convenzione" chiamata da secoli matrimonio.
E’ una situazione di benessere e di completa realizzazione oppure presenta disagi, ansietà e altre conseguenze negative sul piano psicologico pari a quella delle unioni coatte per pseudo-morale, perbenismo coscienza alterata, sotto carta bollata?
Eccezionale il saggio del Mari pubblicato su forum, relativo all'unione monogamica in risposta ad un tuo saggio, altrettanto interessante sulla coppia, su una commedia di Eduardo.
Da parte mia sono passata attraverso tunnel di disagi multiformi pur se sopportabili pur avendo sempre la bramosia degli uomini puntati sul mio decollete. Ma questo più che gratificarmi mi incrina l'autostima e mi fa sentire torrese in fatto di spersonalizzazione individuale e mi mette sul piano della donna oggetto, persino talvolta qui a Firenze. Figuriamoci a Torre, per questo incontro sempre gli amici in campo neutro.
Ciccio sappi sin d'ora che se dovessimo incontrarci per uno scambio culturale o anche di "tenerezze platoniche o meno" dovrai metterti al volante o montare in treno, in aereo o su ciò che più ti aggrada.
Una ricerca recente pubblicata dalla Rivista di Sessuologia Clinica di Franco Angeli, si è proposta di valutare gli aspetti psicologici legati alla condizione di single rilevando nei due generi la soddisfazione e l’eventuale presenza di disagio sessuale e relazionale, di tratti di personalità ed elementi ansioso-depressivi, attraverso un confronto del profilo psicosessuale e socio-affettivo di uomini e donne.
Una volta a Teletorre nella trasmissione curata dal dott. Abbagnano (mio nemico ideale) ho visto alcune tue performance artistiche, qualità suffragate poi in questo forum dal Mari e dal Giudice Francione, ma una sorta di "ansia creativa" nel maschio single artista e scrittore non sarebbe esclusa e quasi sicuramente si tiene al di qua dello "stress buono". Lo dimostra il modo brillante di presentarti e di esprimerti. Anche se un uomo di penna è generalmente un non eccellente oratore. Senza arrivare a parlare di stati depressivi transitori se non nella misura della norma, in una società collettivamente nevrotica.
Il Tuo "La prima volta di Enzuccio" è di una tenerezza estrema, pur se hai immerso il povero lettore nell'erotismo fino al collo. Ma capiranno a Torre il puro fatto d'arte? Ma solo un perbenista e bacchettone per falsa moralità può coglierne un aspetto volgare. Per piacere, spostami un po' questa mia città da Firenze in su per un paio d'anni e poi rimettimela a posto sotto il Vesuvio.
"La prima volta di Enzuccio" è pervaso di una sensualità che si adatta al proletario e al borghese che richiama quella summa di sensazioni che è l'assunto del saggio di Luigi Mari sul "sesso-sublime" da me divorato, ma che lui si ostina a non pubblicare in Torreomnia, almeno per il momento.
I risultati della ricerca suddetta confermano una diversa vulnerabilità in ambito relazionale e sessuale nei due generi, che si coglie pure nel tuo racconto perché il giovane meridionale iniziato al sesso con ambientazione sociale di stampo quasi medioevale è in pratica nella condizione di una sorta condizionamento dell'ambiente perbenista e provinciale insieme ad aspetti personologici disfunzionali associati alla condizione di single giocoforza.
La ricerca di cui parlo ha preso avvio dalla considerazione che i ruoli dei due generi umani, distintivi di una certa cultura, hanno assunto nel tempo un carattere di minore rigidità influenzando probabilmente la sessualità di uomini e donne e, in particolare, la condizione del single propriamente detto e non !”Enzuccio single” per fase, per ruolo.
Le ipotesi iniziali formulate per la ricerca citata, sono state rivolte a verificare l’esistenza di differenze di genere per gli aspetti della sessualità e della personalità, e quanto il livello di soddisfazione per la condizione di single possa essere associato a disagio sessuorelazionale o a elementi ansiosi o depressivi.
Ma queste osservazioni scientifiche partiranno, probabilmente, da "scienziati single" con problematiche autobiografiche, per così dire, e sicuramente non ci riguardano da vicino, e qui cade per contorno e merlatura il retorico ruspantone mio. Ciccio bello della zia Tua, come dice la Venier.
I risultati della ricerca, per quanto concerne gli aspetti sessuorelazionali segnalano che nel confronto tra i soggetti di genere maschile e femminile il maggiore disagio è presente nel gruppo maschile, e si evidenzia nelle aree delle esperienze scolastico-professionali, nell’ambiente di vita e nella gestione del tempo libero.
La frustrazione che ne consegue potrebbe tendere a influenzare in modo negativo le relazioni interpersonali e sociali. Le modalità di ricerca soggettiva del piacere presentano uno scostamento dalla normale funzionalità sessuale (sia reale che fantasticata), sebbene non arrivino a toccare l’ambito patologico, rappresentato ad esempio dalle parafilie.
Credo che Tu, dott. Raimondo, ti sia fatta un introspezione della quale mi guardo bene dall'indagare. Anche e soprattutto perché dagli elementi che ho in mano Ti titengo la persona più normale del mondo.
Detto questo "La prima volta di Enzuccio" ricorda le esperienze sessuali pregresse, che gli uomini stessi ammettono in un vissuto negativo delle prime esperienze, a volte sperimentate in modo traumatico e con la comparsa di disfunzioni sessuali, quali eiaculazione precoce, ritardata o assente, impotenza, anedonia fino all’onanismo. Questo chiaramente non è da ricercare necessariamente nell'autobiografismo di un autore anche perché variazioni giovanili dal comportamentale sessuale non determinano affatto una condizione futura di single.
Quindi nulla di confermato circa le prime esperienze fallimentari in campo sessuale che costituiscono una premessa per lo sviluppo delle disfunzioni sessuali e causa della scelta di single. Quindi Enzuccio, indipendentemente da quella "prima volta" sarà un single oppure un convenzionale sposato torrese per sua scelta e vocazione.
Nei soggetti femminili indagati, invece, le attività autoerotiche precedenti risultano problematiche, anche in relazione al contesto educativo e sociale repressivo che ha provocato inibizione e colpevolizzazione. Per il gruppo femminile ciò che riveste maggiore interesse, nella motivazione alla compilazione del test, è il bisogno di verificare l’adeguamento delle proprie caratteristiche sessuali alla normalità. In questo ruolo o fase Monica Falanga si identificata ed ha rimosso le sfaccettature nocive.
In assenza di una relazione affettiva stabile, però, l’uomo vive un senso di frustrazione e disagio, in buona parte derivanti dall’insoddisfazione per le proprie condizioni di vita, ma anche a causa della ridotta possibilità di poter sublimare l’energia sessuale attraverso attività compensative. Questo spostamento invece riesce di più alla donna che, investendo maggiormente negli interessi sociali, assegna al legame affettivo una posizione di minor importanza.
Questo passaggio è perfettamente calzante nella teoria del Mari sul “sesso sublime”. I dati conclusivi della ricerca sopraccennata consentono di delineare una situazione di disagio diffuso per quanto riguarda il profilo sessuale e relazionale della donna e dell’uomo single. In quest’ultimo gli aspetti socio-caratteriali distintivi vengono accentuati, sia per la sessualità pregressa, sia per quella attuale, ma soprattutto per la frustrazione derivante dalla bassa frequenza e qualità dei rapporti sessuali. La sottopolazione maschile, presa in esame, rivela un atteggiamento maggiormente difensivo volto a fornire un’immagine di sé socialmente adeguata. Credo di essere stata chiara ed esplicita.
E’ anticulturale, comunque, nascondere che la condizione di single fa risaltare, senza assoluta generalizzazione, alcuni tratti di personalità nevrotica che si riallacciano alle difficoltà relazionali: elementi di sospettosità e permalosità, ansia, bassa autostima, indecisione, tendenza all’isolamento o a comportamenti stravaganti. Elementi comunque più diffusi negli “accoppiati” per una sorta di visione “contronatura” del matrimonio.
Per concludere, Caro Ciccio, la maggiore insoddisfazione del vivere single non deriva tanto dal fatto che c’è una “scelta” razionale di libertà, come invece sostengono alcune indagini, quanto dal fatto che il single si trovi in circostanze che non consentono troppo di decidere, e quindi si tratterebbe di una “non scelta” di stare solo. Una situazione che può comunque peggiorare quando esistono condizioni socio-ambientali avverse come isolamento intellettuale, incomprensione, avversità che sfociano in certi casi in situazioni invalidanti.
La vita da soli, dunque, presenta diversi aspetti di vulnerabilità e difficoltà, e l’esperienza del single non concede molto spazio a quei sentimenti di gioia e di pieno appagamento che sempre seguono il soddisfacimento di un bisogno o la realizzazione di un desiderio in una situazione di “complicità coniugale”. La complicità chiamata amicizia è ancora più caduca perché non comprende l’amplesso.
Una dichiarazione d’amore più esplicita di questa non saprei fartela.
Tua compagna di... avventura
Monica Falanga

 
 

ID: 5896  Intervento da: Marina Ciliberti  - Email: marinaciliberti@hotmail.it  - Data: giovedì 7 giugno 2007 Ore: 14:36

Grazie, Monica, per la e-mail privata molto articolata ed esaustiva.
Io non ho remore e peli sulla lingua. Te lo dimortro rispondendoti qui in calce ad una Tua vecchia discussione.
Dunque nella Tua definizione la parola amore non compare da nessuna parte, non è presente nemmeno la parola affetto. Ma allora il sesso può essere completamente disgiunto dall'amore? Ragioniamo un po'. …e le prime conclusioni... e lo faccio proprio qui in un arena psicologicamente e provincialssticamente minata come la cintura vesuviana, insomma il sud.
L'attività sessuale può essere intesa come l'insieme dei comportamenti individuali o di coppia legati al raggiungimento del piacere sessuale.
Nel momento in cui l'attività sessuale viene vissuta con un'altra persona entrano in campo elementi come l'attrazione, la seduzione, l'interesse, la fascinazione.
Tutti questi aspetti sono strettamente legati alla definizione personale di ciascun individuo rispetto a ciò che è attraente, seducente, interessante ed affascinante.
Trovarsi a contatto con una persona che riveste queste caratteristiche procura delle emozioni e "affetti" Queste emozioni aumentano la piacevolezza delle sensazioni fisiche.
Ovviamente la profondità e l'intensità di queste emozioni e degli affetti variano rispetto al significato individuale e di coppia che i due "amanti" attribuiscono alla loro relazione.
E' vero quindi che anche nei rapporti occasionali, dove i due partners dichiarano di cercare esclusivamente il proprio appagamento personale è sempre presente una dose di affettività perché sensazioni e sentimenti non possono essere disgiunti dalla nostra fisicità.
Se domani sei a Torre fai un salto almeno in ufficio. Se hai problemi a Firenze fammelo sapere.
In seguito usa pure la mia posta privata, o scrivi nel forum, come Ti pare, ma forse meglio di no, non credi?

Marina Ciliberti




ID: 1764  Intervento da: Monica Falanga  - Email: monicafalanga@virgilio.it  - Data: mercoledì 4 maggio 2005 Ore: 23:13

Amici del forum,
scusatemi se rispondo frettolosamente. George, il mio manager, mi ha accompagnata in convitto. Ci siamo fermati stradafacendo in un Cafè-Internet perché mi aspettavo la risposta di Ciccio.
Francesco Raimondo ha scritto:
"Cara Monica cosa dire della tua esplicita dichiarazione d’Amore. Ne sono lusingato e ti dirò che se son rose fioriranno..."
Cosa deve fiorire? In un altra discussione del dott. D'Agostino si parla di Godel ed Heisenberg i papà dell'indecidibilità, in pratica del "certo dell'incerto", tanto per intenderci. La mia dichiarazione d'amore nei tuoi riguardi ha già avuto esito. L' "impatto" è già avvenuto. Chiaramente non c'entra nulla l'onanismo tanto meno il platonismo. Ancora meno l'amore virtuale telematico. Tu non te ne sei accorto. Eppure l'intensità del nostro amplesso era forte, e non era certo astratto, limitato cioè al pensiero, all'idea.
Cicciotto, l'amore possedere, anche solo ideale, è l'ultima delle cose che risolve le problematiche sia dei singol che dei coniugati coatti dal sistema. Quello è un complemento, non una priorità, pur se integrante il sentimento dell'amore come libertà. Altrimenti moriremo, un giorno, prigionieri di noi stessi.
O stiamo ancora ai tempi che per ritenere un idillio consolidato ci vuole per forza il test primario della fisicità nell'umidore dei contatti?
Hai ragione io ho impiegato vent'anni per spogliarmi del provincialismo bigotto delle mie origini tu sei stato a Firenze solo un giorno o al CAR qualche annetto, comunque a Lecce, nel meridione. Non pretendo di più per il momento:
Ti lascio George mi chiama, come gay egli intende l' "amore universale". E' di una dolcezza ed una sensibilità estreme. Siamo come due sorelle io e George, non mi ha mai sfiorata neppure con un dito.
Attento, ricordi le "sirene di Ulisse"? Se vieni a Firenze e conoscerai me e tutte le mie colleghe non tornerai più a Torre, penserai di non aver vissuto in tutti questi anni. Ti lascio per il momento, giocoforza.
Ausfidersen
Monica


ID: 1762  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: mercoledì 4 maggio 2005 Ore: 22:28

Cara Monica,
oggi pomeriggio ho accompagnato mio cognato Luigi, vedovo della mia cara sorella Anna, che ci lasciò nell’aprile del 1991, a Boscotrecase, dal dentista. Al ritorno ho dato uno sguardo al Forum e ho trovato la tua lunga lettera. Che dire? L’ ho letta e riletta per rendermi conto di alcuni concetti su cui confesso devo ancora riflettere. Ci sono diversi passaggi nei quali fai delle considerazioni alquanto interessanti sul mio racconto “Enzuccio” tra le quali ho gradito quella che pone in evidenza la “tenerezza estrema” con la quale viene trattato l’argomento. Hai colto poi nel segno quando hai subito dopo posto in evidenza la possibilità che a Torre il racconto sarebbe stato frainteso ed in esso i bacchettoni avrebbero interpretato e visto l’aspetto pornografico che non c’è. In effetti così è stato e chi ha sollevato critiche in tal senso sono stati proprio quelli che nella vita reale ostentano alciformi teste, nel reparto uomini e bagasciume, nel reparto donne. E questo lo dico solo perché tu me ne hai dato lo spunto. Fai anche delle considerazioni molto, ma molto lucide, sulla condizione di singol illuminandomi in un certo qual senso sulla mia condizione. Mi è piaciuto molto il concetto di “non scelta” per cui ci si trova a non aver un compagno o una compagna. Si vede che hai una esperienza di vita che hai raggiunto un grado di maturità notevole. Cara Monica cosa dire della tua esplicita dichiarazione d’Amore. Ne sono lusingato e ti dirò che se son rose fioriranno come mi disse una graziosa fanciulla di Anguillara Sabazia che avevo incontrato da militare in un mia gita domenicale. Scherzo, però una visita a Firenze non mi dispiacerebbe l’ultima mia visita a questa meravigliosa città risale al 1970. Ed una nuova visita guidata da una bellezza come la tua sarebbe una bella ….avventura un bacio, se me lo permetti. Tuo Ciccetto



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