Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « Auguri ai papà del forum »
ID: 1454  Discussione: Auguri ai papà del forum

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: lunedì 2 marzo 2020 Ore: 18:02

Cari papà di Torreomnia,

a Torre abbiamo la nostra brava chiesa di S. Giuseppe, (alle Paludi, per via del terreno paludoso di un tempo a causa dell’ingerenza eruttiva). San Giuseppe (19 Marzo) nella tradizione popolare sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. Ma non esiste solo una povertà economica, spesso qualla di spirito è la peggiore.
In questo giorno si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto. Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di San Giuseppe.

Ricordo il mio lontano soggiorno di Roma le cerimonie per i poveri al quartiere periferico S. Lorenzo e quelle della mia permanenza napoletana degli anni 70 al Corpo di Napoli, la distribuzione di pane e pasta a tutti i poveri di Napoli.
Torre non ha bisogno di nulla? I poveri torresi non esistono?
Ci siamo mai interrogati sui poveri vesuviani dignitosi e illustri? Magari che vivono mella dimensione del momostipendio, un professore universitario o un operatore del terziario che mantiene una famiglia di sei persone più suoceri e nonni, che ambula a testa alta, ma con le toppe mimetizzate nei pantaloni.
Le regole delle cerimonie pro-poveri consistono, ancora oggi, in diversi paese del “discusso sud” in rituali elementari: un sacerdote benedice la tavola, ed i poveri sono serviti dal padrone di casa.
Scusate se mi vien da ridere, con tutto il rispetto, immaginate alcuni sacerdoti torresi col “mantesino” fare i camerieri dei poveri… No, sapete, sempra sia stato coniato a Torre il modo di dire: "vene servuto comm' 'u preveto all'altare".
In alcune città, il banchetto viene allestito in chiesa, e, mentre due sacerdoti servono i poveri, un terzo predica per nove volte, tante quante sono le pietanze che vengono servite.
Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. A Torre del Greco molti falegnami, in passato, allestivano per l’occasione, in bottega, una sorta di icona votiva, un altarino improvvisato.

Chi non sa che la festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole. I falò per S. Giuseppe li vedevo al Corpo di Napoli e a Praia a Mare quando mi recavo a prenotare la casa per le vacanze.
Chiesi una volta delucidazioni al Sindaco della cittadina calabrese il quale mi disse che poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.
In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

A Torre del Greco solo le zeppole ricordano S. Giuseppe, il resto è vetustà. Una pseudo-metropoli scavalca certe “vecchievolezze”.
Eppure nella metropoli per antonomasia, Roma, la preparazione delle zeppole, affiancate dai bignè di san Giuseppe, ha un fervore particolare. (Sono vissuto a Roma quattro anni fra Tipografia Editoriale e Marina Militare). Negli anni 60-70, ricordo che ad ogni angolo di strada delle periferie era possibile trovare un banco di frittelle, e tutta la città vecchia, Torvaianica, Ariccia, Trastevere, era addobbata da decorazioni festive. E' infatti con la festa di San Giuseppe che si saluta definitivamente l'inverno e si comincia a sentire il profumo della primavera, così le vicende stagionali e gli antichi riti si uniscono con la festosità e la devozione dei cristiani.

Auguri ai papà del forum: Argenziano, Langella Abbagnano, Ciavolino, Boccia, Guarino, Della Gatta, Valera, Penza, Francione, Ferrara, Zsolnai, Scognamiglio, Formicola, Di Luca, Cozzolino, ecc. ecc. ecc.

Luigi Mari

 
 

ID: 17452  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 2 marzo 2020 Ore: 18:02

.

ID: 1461  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 19 marzo 2005 Ore: 23:16

Caro Ciro,
La tua risposta 1457 di questa discussione non mi ha affatto lasciato infifferente, ero ragazzo quando ho conosciuto Carlo Nazzaro, editorialista de’ "Il Mattino" nella tipografia che stampava testi per l'Università, famosissimo in quei tempi quando scrisse "Napoli cresce in altezza", contro le speculazioni edilizie nelle colline della città di Napoli.
Egli ci diceva che non era facile strappare 300.000 voti a Lauro, bastanti per sovvertire la monarchia simbolica di quegli anni. Si doleva amaramente perché il famoso armatore raccoglieva il consenso anche a Torre del Greco con le feste popolari, con i pacchi dono, con i milioni profusi con la squadra di calcio del Napoli. I vesuviani, diceva Carlo, sentono solo quella campana. Era un "mattinista sfegatato" diceva che "Il Mattino" era il giornale di Napoli, ma non un'impresa armatoriale, non era il Comune, non era una società di calcio, non escogitava nulla per abbindolare la gente.

Accecare gli uccelli? L'uomo non ha mai smesso di essere barbaro, caro Ciro. Io sono tollerante, comprensivo, ammetto le diversità, le trasgressioni, ma se fossi il legislatore costringerei chi fa male ai bambini e agli animali a camminare a quattro zampe, perché sono essi le vere bestie.
Sia pure con alcuni ridimensionamenti votati dal Parlamento, che non si è riusciti ad evitare, l’ultima legge, finalmente, prevede che maltrattare gli animali diventa un vero è proprio reato. Chiunque ed in qualsiasi contesto, anche non domestico, maltratti o incrudelisca verso gli animali sarà soggetto a severe sanzioni. Ad esempio, in caso di maltrattamento è prevista la reclusione da 3 mesi ad un anno o multa da 3mila a 15mila Euro. E’ ancora nulla.
L'uccisione per crudeltà comporta la reclusione da 3 a 18 mesi. Sono pene ancora irrisorie, secondo me. Sarebbe opportuno che gli animali le comminassero agli uomini, vorrei vedere che risvolti avrebbe la logica umana..
Come, ad esempio, la sperimentazione senza anestesia prevede appena la reclusione da 3 mesi ad 1 anno o multa da 3000 a 15mila Euro. Bisognerebbe mettere noi uomini su di un tavolo operatorio e squartare il nostro ventre senza anestesia. Dopo invitarci ad approvare la legge sugli animali.
Ma quello che è incredibile è che la norma non si applica a caccia e pesca, trasporto, macellazione, sperimentazione scientifica, attività dei circhi e zoo. Con la nuova legge chiunque maltratti animali, selvatici o domestici, nel contesto dell'attività venatoria o in qualsiasi altra attività commerciale, ludica o commerciale, sarà soggetto a sanzioni. Ad esempio accecare uccelli in ambito venatorio come hai accennato Tu, sarà un reato punito severamente, cosi come sarà reato punibile detenere animali in condizioni di sofferenza.
MA SE LI SI UCCIDE SOTTO IL NOME DI “CACCIA” NO. NON E’ REATO, E’ SPORT. MONDO IPOCRITA! Se li si vessa sotto il nome di circo non è reato. Quando la tigre ammazza un uomo, magari per sfamarsi, non si chiama “sport”, ma ferocia.
Non è un discorso da vegetariano, qui non si vuole sovvertire la catena alimentare per la continuazione della specie. Non giriamoci disgustati, però, quando condannando la visione di un atto sessuale in TV si fa posto ai predatori che divorano altri animali fino all’ultimo morso, in modo esplicito, sotto la scusa dell’informazione scientifica.
Noi siamo i maggiori predatori, caro professore, perché la violenza e lo sterminio degli animali non è dovuta solo alla sopravvivenza, ma anche al diletto, alla cattiveria umana.

Luigi Mari


ID: 1457  Intervento da: Carlo Boccia  - Email: carloboccia@virgilio.it  - Data: sabato 19 marzo 2005 Ore: 17:53

Cari amici,
auguro a tutti buona Domenica delle Palme. Più tardi mi recherò al Comitato di quartiere "Il Progresso" di Via Fontana per la preparazione della 20. edizione della Via Crucis (vedi sul DVD Torreomnia l'edizione 19.
Le ultime stazioni si convoglieranno nell'area delle 100 fontane. E' stato deciso questo luogo per rivalutare i vecchi siti storici dando un impulso alle autorità di ripulirle in queste occasione.
La notizia dello stanziamento di 1 milione di euro l'ho appresa nel notiziario.
Ricambio gli auguri della Festa del papà di Mari a tutti gli iscritti e auguri a Giuseppe D'urzo, valido collaboratore di Torreomnia.

Carlo Boccia


ID: 1455  Intervento da: Ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: sabato 19 marzo 2005 Ore: 16:36

Non so se ancora c'è, se ancora sopravvive (ma credo, con piacere mio, che non si faccia più) la Fiera degli uccelli in Via Medina a Napoli, nella Festività di San Giuseppe.
Lì si vendevano uccelli. A centinaia nelle gabbie, specie i cardellini. Quelli che avevano catturato uccelli ne avevano bruciato gli occhi, nell'idea che essi cantassero di più, se accecati; certamente non cantavano ma piangevano. Finalmente qualcosa si mosse anni addietro e tale barbarie è finita, anche se, di nascosto, qualcuno certe pratiche le osserva ancora.
Della Fiera degli uccelli molti anni fa qualche pagina memorabile ho letto di Carlo Nazzaro, che scriveva, quando Il Mattino aveva la sua terza pagina, in uno dei suoi più incantati "elzeviri"; uno scrittore di una leggiadrìa unica, una penna straordinaria. L' elzeviro (un tipo di scrittura che ha origini lontane, nordeuropee, parola che deriva da un particolare tipo di stampa, e Mari ne sa qualcosa) non esiste più. Così abbiamo perduto le belle scritture della terza pagina. E con esse, la poesia delle parole.
Grazie per gli auguri, signor Mari. E per avermi ricordato un maestro di penna.


Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE