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Argomento presente: « ISCRITTI PERPLESSI? »
ID: 1231  Discussione: ISCRITTI PERPLESSI?

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: martedì 20 settembre 2005 Ore: 00:15

Carissimi,
nell'identificativo 1222 della discussione "Miglioriamo il vocabolario torrese" Antonio si pone un quesito; rispondo io ad Antonio, anche poiché mi riguarda direttamente, perché, credo, che il mio parere sia quello più esaustivo.

Antonio Abbagnano scrive:

Posso chiederti (non si sa a chi) che ne pensi degli ultimi scritti di Gigi; non ti nascondo che sono perplesso, per usare un eufemismo. Antonio

Luigi Mari risponde:
Carissimo, se l'interrogativo fosse partito dall'uomo della strada allora era comprensibile, Ma da uno che scrive romanzi, e anche di fattura accettabile che rientrano nella media, questo mi risulta strano.

Io faccio letteratura sperimentale. Il padre ne fu James Joyce col suo straordinario "Ulisses", inventore del dialogo interiore, poi Pasolini, Gadda, e sempre più nello sventramento Henry Miller, Anais Nin eccetera eccetera.
Vedi www.stampatipografica.it.
Sono convinto che tutti sappiate di cosa sto parlando. Aggiungo che la letteratura sperimentale tende soprattutto a scuotere le coscienze, quello dell'autore per prima, a stupire, per sensibilizzare, per mettere l'interlocutore di fronte alle debolezze umane, agli errori costituzionalizzati, ai dogma socio-consolidati spesso incomprensibili secondo la logica comune, e soprattutto alla pseudo-moralità, al perbenismo bigotto e quant'altro. Questo chiede un prezzo: l'autobiografismo senza remore e senza limiti, anche se qualche riserva dolorosa è tollerata. Lo sventramento fino ad estremità tollerabili.
La letteratura sperimantale fa uso di tutte le forme di linguaggio figurato, è una metafora essa stessa. Quando non appare sotto la forma dichiarata di finzione, ma di messaggio reale allora può addirittura suggerire agli interlocutori gli estremi della paranoia.
Per questo, forse, ogni volta che mi si telefona mi si chiede: Stai bene, Luigi? Devo deludervi per tulle le volte che i miei messaggi vi hanno fatto pensare “Ma chisto nun sta bbuono c’’a capa”.
I parametri della sperimentazione sono attinti in massima parte dalla logica comune, lo sperimentatore li coordina e li redige e li esprime, e mette solo la sua creatività e l’inventiva che comunque si dipanano da una sorta di pathos creativo

La letteratura sperimentale in questa sede è tosta, caustica, sconcertante: ma è una vera è propria fiction a braccio, estemporanea. Ma deve essere espletata nella più ampia lucidità e saviezza, altrimenti perde la sua essenza e il suo scopo.
L'intera sezione "Personaggi anonimi" si basa sulla letteratura sperimentale. Infatti per quanto quest’area vi è stata continuamente imbonita nessuno della comunità ha fatto un solo commento su di essa. Eppure nessuno ha dato per certo le cose straordinarie che nella detta area vengono rivelate. V'è una certa ricusazione per l'occulto, per il trascendentale, per il proibito (sesso) che si reagisce con l'indifferenza, con la fuga o con la teoria della scimmietta.
Concludo assicurando tutti che dietro vi è, sì, tutto un teatro progettuale, ma di estrema serenità e trasparenza d'intendi dove è escluso il dileggio, il ludico, e la goliardia gratuita.
E soprattutto le fondamenta della cosa in se sono: il rispetto, la stima e l'amore per la persona umana sulla base del desiderio profondo del cambiamento in bene secondo i parametri, ripeto, della logica e del buon senso comune di respiro planetario. Senza chiaramente nessuna pretesa e presunzione da parte mia.
Luigi Mari


 
 

ID: 1240  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 26 febbraio 2005 Ore: 19:40

Ciao Antonio.
Al tuo 1239 di questa discussione.

Da giovani eravamo più boriosi, più presuntuosi, talvolta più riottosi. Gli anta ci ridimensionano fino a farci avvertire un certo piacere anche nell'umiltà, per il fatto stesso che un po' alla volta ci incamminiamo verso Dio. Chiedere scusa ed ammettere i propri torti mi dà la sensazione di sentirmi più maturo, più saggio. E si sa “U llusing fa bene ‘a salute”.
Io faccio l'umile e Tu il modesto. Tu hai scritto "Comete" così come l'hai scritto, anche grazie a Joyce e alla sua invenzione del dialogo interiore nell’Ulisses, condizionando tutta la letteratura moderna. Fai finta di non conoscere i grandi autori, come fai finta di confondere Kafka con Ciavolino trastormato in ragno e Luigi Mari trasformato in water.
Ma non ti permetterò di toccarmi C. A. C. L'altra mattina ha guadagnato l'uscio della mia bottega così bellino, così precisino, con un cappello dalle falde grigie e la banda color oro vecchio sopra la visiera, così compito e composto, dove sdridii di viola d'amore del settecento si trasformavano in parole sciorinate candide e rasserenanti come Manti di Madonna dalle sue labbra sottili e coriacee di napoleonica memoria. Ed il soprabito color cenere dal bavero di velluto rosso pompeiano. E gli occhietti vispi di roditore, e il naso spigoloso. Villo. Dallo sguardo sensuale e penetrante. Tutto provocava un trasporto emotivo, là dove tutta la sfera affettiva sconvolgeva e veniva stravolta, irresistibile.
Cos'è Naomi Cambell a cospetto? Sì, nata vota di nuovo! Lo dirò fino allo spasimo.
Cos'è l'affetto per un’amico rispetto a quello frivolo e caduco per una femmina quasi sempre vedova nera. La bruttezza ha un vantaggio sulle bellezza, dura per sempre. Naomi sarà vecchia e brutta fra qualche anno. L’amico sessantenne no, rimarrà sfolgorante e folgorante nella sua statuaria donatelliana mole del Davide.
Ebbene se mi avessero chiesto chi vuoi abbracciare... Il resto Lo sapete.
Confido nel senso dell’umorismo del prof. e non me ne voglia se ci mettiamo a scherzare un po’ anche per ringiovanire. In fondo meglio un Davide con paletot come lui che una tazza igienica con coperchio in testa rivestito di fustagno come me.
Luigi Mari


ID: 1239  Intervento da: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Data: sabato 26 febbraio 2005 Ore: 18:03

Gigì, se incominci a chiedere scusa, overo nun stai bbuono; scherzo naturalmente. Noi abbiamo il piacere di conoscerci e frequentarci e mi sento in diritto di preoccuparmi quanto ti sento dire che vuoi chiudere il forum e poi ti metti a parlare col water. Al posto mio tu avresti fatto di peggio, magari saresti venuto a casa mia a pigliarmi sotto braccio e a farci una camminata ammont u puort....e poi sai che non conosco Kafka nè Joyce, io mi sono limitato a Raffaele Raimondo e Adriano Ciavolino. Ciao

ID: 1237  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 26 febbraio 2005 Ore: 16:57

SMENTITA E RITRATTAZIONE

Dopo lunga discussione telefonica con l'ing. Argenziano è stata chiarita una gigantesca svista da parte mia circa l'interpretazione dell'identificativo 1232 del Dott. Aniello Langella nella discussione "Donne Vesuviane".
Meno male che in questo forum ci sono quelli più "vecchi" di me nel senso di più saggi che si adoperano come punti di riferimento.
Nella vita crediamo che la nostra intelligenza e la nostra sagacia sia sempre superiore a quella degli altri, ma questa volta devo ammettere di aver preso in fronte il Campanile di S. Croce come cantonata.
Chiedo scusa al dottor Langella per aver dubitato della sua correttezza coniando l'identificativo 1233 nella discussione "Iscritti perplessi". Ritratto il tutto e soprattutto chiedo scusa pure all'Ing Salvatore Argenziano per aver io deprezzato e messo in sott'ordine la sacralità de’ " ritrattielli" e de’ "'a semmulella" che sono gli emblemi della nostra infanzia, due icone venerabili delle nostre radici.
Gli imput all'equivoco dati da Antonio Abbagnano con i suoi: "Cosa ne pensate degli ultimi messaggi di Mari" e "Con questi chiari di luna dissacratori, come facciamo a parlate della donna vesuviana", del suo 1230 (Donne vesuviane), anch’essi da me stupidamente male interpretati, hanno promosso la risposta 1232 del Dott. Langella con riferimento implicito e poco comprensibile ad un messaggio ed al suo autore risentito con relativa mia risposta sgradita che sono stati cancellati.
La disquisizione del dott. Langella esordisce con:
"Hai ragione Antonio. Il mio è un tentativo di sdrammatizzare una fatto che ritengo serio per Luigi ma che non deve poi turbarlo più di tanto".
Sarà la mia stanchezza e lo stress per conciliare Tipografia a Torreomnia, ed il fatto stesso che quei messaggi non ci sono più, avevo relazionato stupidamente i commenti di Antonio ed Aniello, ad un disquisizione su una eventuale mia instabilità di equilibrio, questo perché io allacciavo la cosa ai miei "ultimi messaggi" di estremizzazione metaforica di un kafkiano dialogo tra me ed il mio vaso da giorno.
Spentisco e ritratto l'identificativo 1233 e non condivido la solidarietà nei miei riguardi di Monica e di Nicola perché basata su una questione male interpretata, quindi fittizia e non sussistente.
Chiedo scusa, quindi umilmente, ad Aniello Langella, Ad Antonio Abbagnano e ringrazio Salvatore Argenziano che ha interpretato e riferitemi le cose nella loro dimensione reale.
Luigi Mari


ID: 1235  Intervento da: nicola scognamiglio  - Email: nicoscogna@libero.it  - Data: sabato 26 febbraio 2005 Ore: 14:36

Signori,
la mia opinione circa lo status quo del forum è che c'è un conflitto tra erudizione e cultura, vale a dire tra istruzione e creatività. Coloro che ripetono nozioni e formule imparate a scuola non legano facilmente con chi scopre e idealizza argomentazioni di livello avanzato non consolidate didatticamente, e che vanno fuori ortodossia perché insorge nel fruitore disordine mentale, confusione e difficoltà di adattamento, almeno a breve termine. Io sono uno di quegli sventurati che non so intuire, né creare. La mia fantasia è povera, per quasto ammiro, e non invidio, quella di Luigi. Solo di questo mi vanto.
Io presto la mia opera tra luoghi di pena, comunità di recupero narcotisti, tabagisti ed alcolisti e centri di recupero psicologioco. Per questo la mia identità è parzialmente protetta dalla privacy. Ho esperienza nel campo psicologico sul piano pratico e non quello libresco della psicologia spicciola.
"Felix qui potuit rerum cognoscere causas".
Se non ci sarà aria nuova nel forum si finirà con lo stagnare e si rischierà di entrare in un carosello senza sbocchi. Bisognerebbe scindere l'ala tradizionalista e conservatrice dei nozionisti da quella avanguardista ed intuitiva e creativa degli innovatori, visti erroneamente come trasgressori e sovvertitori, altrimenti via alle fazioni ed ai contrasti.
Qui non si parla di torto o di ragione ma di modus vivendi diversi. Tra persone di orientamento cogitante diverso non ci può essere un dialogo duraturo. Si formano le fazioni, le guerre fredde con le quali non si farà mai niente di costruttivo.
Io non vedo nell'opera di Luigi significative complessità di comunicazione rispetto alla trasparenza e alla trasmissione delle idee. I mezzi letterari che adopera sono quelli universalmente usati in tutta la letteratura avanzata, ma palesi solo per i professori di lettere e filosofia. Egli stesso ha citato Kafka ed Henry Miller, allora, io aggiungo, Nietzscke ed Edgard Allan Poe, dovevano, questi, essere condannati a morte?
Io credo che si alzino polveroni per nulla.
Un forum con pretese culturali non si ridurrà alla letterina nostalgica all'amico e alla frase evasiva di getto come nelle chat. Esiste la chat in Torreomnia, perché non viene utilizzata?
Chi vuole fare cultura deve adattarsi anche alle forme che non comprende, anzi, vuol dire che apprenderà, finalmente, qualcosa che non ha mai imparato insieme a milioni di persone nei banchi di scuola. Esiste un miliardo di medici nel mondo, ad esempio, ma solo un milione di scenziati. Una stima della Demoscopea afferma che nell'era moderna sono stati stampati quattro miliardi di libri quasi uno pro-capite, ma solo un migliaia sono capolavori universalnente riconosciuti. Non è difficile cadere nella grettezza quando si è antiprogressisti solo per ostinazione.
Solo la tolleranza e l'unione costruisce.

ERUDIZIONE = Ampio corredo di congnizioni apprese didatticamente intorno a varie discipline lettererie, tecniche, ecc.

CULTURA = Complesso di intuizioni, procedimenti inventivi, comportamentali, filosofici, letterari, storici, artistici ecc. adoperati e diffusi da singoli individui o da gruppi sociali di particolare levatura.
"Credo ut intelligam, non intelligo ut credam".

Nicola Scognamiglio
Purtroppo "solo erudito" con due lauree e quindi non uomo di cultura, purtroppo.

P.S. – Come dice spesso Mari questo discorso non è diretto ad individui specificatamente all’interno di questo forum, ma vale più come discorso generale.


ID: 1233  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 26 febbraio 2005 Ore: 01:37

Caro Aniello
tu dici: nella discussione "Donne vesuviane".

>"Hai ragione Antonio. Il mio è un tentativo di sdrammatizzare una fatto che ritengo serio per Luigi ma che non deve poi turbarlo più di tanto".

Mi stupisce questa frase perché mai dubiterò della tua bontà e della tua morale. Sarebbe meglio non usare sottintesi quando i discorsi sono persionalizzati. Non è un consiglio, è una preghiera.

Al di là del messaggio sulla "sperimentazione letteraria" delle sezione "Iscritti perplessi" cosa vuol dire, da Bologna" quel "Ma stai bene, Luigi?".

Ma forse Kafka si preoccupò di essere preso per folle quando scrisse la "Metamorfosi", per altro autrobiografico, cioè egli stesso trasformato in un ragno. Opera tradotta in tutto il mondo come uno dei massimi capolavori della letteratura?.

E così una semplice trasfigurazione letteraria, pur se caustica ed estremizzata scuote? Parlare col proprio gabinetto è la cosa più buffa del mondo, un terreno fertilissimo dove ci si possono ricamare metafora ed ironia, dove si può creare la pagina e non la missiva.

Se legge questo messaggio, cosa dirà, il pastore evangelico intellettuale che ho ieri ho presentato a Ciavolino, che insieme a me ha scandagliato il forum, e dopo ci siamo liberati in una serena discussione di due ore sui problemi del Brasile e sulla Religione?

Penso forse che in questo salotto si debba parlare solo di "ritrattielli" e "semmulelle"?. Parlo in generale, chiaramente.

E va bene, trasformiamo un forum in chat con gli assonnati buoh, e mah. Ok, facciamo la letteratura di evasione, facciamo i fumettoni e la storia retorica. Facciamo i seri.

Se davvero avrò bisogno di aiuto, un giorno, siamo sotto il cielo, mi squillerà prima il telefono, e dopo la conferma lo vedrò la persona fuori la porta che, prendendomi sottobraccio, mi condurrà a prendere una boccata d'aria, o a sorbire un caffè.
Non è bello cancellare tutto per una sola cosa che non va. Se non va.

Ma credete che adesso ce l'abbia con voi? Quella che intendo io è amicizia e non complicità. Le variazioni d'umore, l'intemperanza, la stravaganza non la incrinano. A me interessa l'amicizia e l'affetto che provo io per voi. I sentimenti, e se, li provaste Voi per me, sono relativi e non trasformani i miei.
La mia vera follia stà nel fatto che se da questo momento in poi io non devessi più sentirvi e mai più vedervi continuerei ad amarvi senza cercarvi. Per sempre. E non ne soffrirei.
Un abbraccio
Luigi Mari


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