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Argomento presente: « ACCREDIT O DISCREDIT IS THE QUESTION »
ID: 11676  Discussione: ACCREDIT O DISCREDIT IS THE QUESTION

Autore: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Scritto o aggiornato: martedì 21 luglio 2009 Ore: 00:00



 
 

ID: 11733  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 21 luglio 2009 Ore: 00:00

Caro Franco,
Ripeto ancora una volta che Comunità rappresenta un grande test del caratteriale torrese. Mi dici che "catelle" (analisi psicologiche) non servono a nulla. La risposta ad esempio al tuo interrogativo Te la dai da Te. Hai detto "Pierino" senza il cognome come si dice "Eduardo". ed hai presunto che tutti capissero. Per gli italiani il pierino per antonomasia è quello delle barzellette, per i torresi è Pierino Vitiello.
E questa cosa Pierino la sa, la sanno tutti coloro che in un dopoguerra ignorante s'era costruito una difficilmente inconfutabile reputazione di artista plurigenere, comunque mai esplosa in professionismo se non nell'ambito locale, laddove la sussistenza quotidiana era sostenuta da una segreteria scolastica, da un ufficio comunale, da una bottega paterna.
In diverse persone più valentìa c'è, diffusa, o meno, maggiormente il temperamento è ostico, diffidente, sospettoso, indifferente.
Pierino fu invitato da me più volte a collaborare sin dagli albori di Torreomnia; probabilmente gli inchini e i salamelecchi non saranno stati sufficienti, oppure avranno ingerito qualche eventuale mopmento di boria o il Nemo Propeta, o la noefobia, o la semplice osticità torrese all'associazionismo, o il complesso del primo della classe. Ora come ora l'età, gli acciacchi impigriscono e precludono probabili ripensamenti.
Auguro tanta salute e serenità a Pierino.
Luigi Mari


ID: 11732  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: lunedì 20 luglio 2009 Ore: 23:31

A proposito di personaggi torresi,
mi pare che su Torre omnia non trovi spazio o si sia rifiutato di collaborare Pierino, di cui ho un buon ricordo del suo eclettismo.Pittore, attore brillante, oratore, politico, cantante, lo conobbi nel 1960 da direttore del Corallarte, che si stampava per l'Istituto D'Arte, dove fui bocciato per malattia e per indisciplina dai professori inesperti e giovani alle prime esperienze. Escludo la prof. Matarese ancora in auge, il prof. Barisani, novantenne arzillo.
Pierino scriveva per i giornali locali con chiarezza e consigliò ai redattori di alleggerire la forma un pò baroccheggiante. Consigliere per il PSI, esprimeva con forza la difesa degli emarginati. Da attore, tutt'oggi ha una compagnia teatrale, che a Milano davanti al prof. Veronesi poco tempo fa si è esibita presentando un testo napoletano, riscuotendo un buon successo. La forza di Pierino è fingere d'ignorare il pubblico in sala. Altrimenti sarebbe un comune mortale, con le sue ansie e le sue preoccupazioni.
Dott. Francesco Penza


ID: 11701  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 12 luglio 2009 Ore: 01:39

GLI ACCREDITATI OPERATORI CULTURALI TORRESI...


ID: 11682  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: mercoledì 8 luglio 2009 Ore: 13:09

Caro Camillo,
amico mio, Tu che operi per i torresi con le tue fatiche di prima mano, i Tuoi reportage per gli eventi locali, sappi che l'amicizia come valore alto dei sentimenti è una cosa, la complicità ne è un altra, questa prevede interessi pragmatici comuni, è cameratismo, e sono lontani dall'amore disinteressato.
Si possono anche ammirare le fatiche artistiche di un conoscente e non essergli necessariamente amico, tuttalpiù estimatore.
Chi esalta se stesso ignorando il proprio egoTismo secondo la logica comune, ignora i propri difetti, i quali sono come le puzze, chi le ha non se le sente addosso.
La dialettica, l'oratoria, non ingannano più nessuno. Questa è l'epoca delle "Chiacchiere e distintivo" in consolidamento del vetusto "Chiacchiere e tabacchere 'e lignamme...". Le bravate soccombono sotto i gesti campanilisti di prima mano, diretti, epidermici, oftalmici.
Michele Fortunato mi ha detto: "ho scelto i personaggi tra chi ha arricchito Torre con la cultura o con le opere e non la propria carriera o la propria vanagloria pur se a copertura di una ideologia giusta o ingiusta che sia.
LA SELEZIONE E' STATA INNANZITUTTO TRA CHI HA OPERATO PER TORRE VIVENDO LA CITTA' FISICAMENTE, NEL BENE E NEL MALE, NELLA GIOIA E NEL DOLORE, CALCANDO I BASALTI VESUVIANI COME LE TAVOLE DEL SUO GRANDE PALCOSCENICO CORALLINO, SENZA "IL SI SALVI CHI PUO' " COME SCALTRO PRIVILEGIO RISPETTO ALLA SORTE COMUNE PROBABILMENTE RISCHIOSA.
Oggi a Torre si fa prima a contare i non laureati, in casa Mari quattro figlie e quattro laureate, come in migliaia di altre famiglie torresi. La gente è istruita, informata le "chiacchiere e distintivo" di un dopoguerra ignorante sono sconfitte. Sono finiti i tempi in cui si ostentava il titolo come uno stendardo, come l'anello di diamante al dito.
Pagella o non pagella, ritratto o non ritratto ciascuno resta quello che è alla luce del vero e non a quella dell'apparenza, spesso costruita, raffazzonata e amplificata. Caro Camillo.
Non vedo perché Michele i chiappariello non avrebbe dovuto farti il ritratto se ne ha fatti centinaia del cosiddetto uomo della strada nella mostra precedente, anche se Tu meriteresti di essere inserito nell'elenco dei meritevoli per la tua umiltà, la Tua modestia e la Tua prodigalità, il Tuo senso sincero dell'amicizia. Questi meriti, però, non tolgono una punta di dispiacere quando non si viene inseriti in una qualsiasi rosa di riconoscimenti e qui scatta il test sulle reazioni.
Un test prezioso sul caratteriale vesuviano, come ve ne sono molti in diverse discussioni di Comunità. E non occorre essere psicologhi per analizzare pregi e difetti, sincerità o ipocrisia, amicizia o complicità, gelosia o stima che affiorano nei messaggi come l'olio sull'acqua perché l'autore, preso dalla foga del suo essere tenace o fragile, equilibrato o infermo, tralascia la metodologia dell'apparire purgato e burattato.
Perché faccio queste affermazioni? Perché da 65 anni sono stato infarinato con i compaesani nel padellone dal Miglio d'oro ad Oplonti, dal cratere al bagnasciuga, così pregi e difetti dei torresi non hanno chiaramente risparmiato la mia persona, e i difetti, purtroppo sono l'unica cosa che si imparano senza maestri. Solo la consapevolezza di tutto ciò può indurre ad un miglioramento dei rapporti di campanile.

Luigi Mari

Luigi Mari


ID: 11677  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: mercoledì 8 luglio 2009 Ore: 07:51

Bravo don Camillo!
Firmato
Don Peppone da Roma


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