"POST FATA RESURGO"
 "TORRE del GRECO ARABA FENICE CHE MUORE E RISORGE"
 
"STA COME TORRE FERMA CHE NON CROLLA

 GIAMMAI LA CIMA PER SOFFIAR DI VENTO
" Dante
 
Quante volte abbiamo ascoltato queste frasi.
 Dopo la crisi della centenaria arte del corallo e del mare, dopo il crak di fine secolo di alcune "parabanche" torresi, la Torre sembra perdere la sua resistenza. Un presunto crak della "fossa comune" degli investimenti torresi "Deiulemar" sarebbe il colpo di grazia.

 
La Grecia e Parmalat incubi notturni ricorrenti.

PRESUNTO CRAC DEIULEMAR,
UNA CITTÀ IN LACRIME E NESSUNA CERTEZZA  

Mercoledì 25 Gennaio 2012 - 16:32

NAPOLI - Torre del Greco, più di 87mila abitanti alle falde del Vesuvio. Sono giorni di lacrime per gran parte di essi, e il motivo è uno solo: il presunto crac della Deiulemar S.p.A., la più grande società armatrice del Sud Italia. Voci di fallimento si susseguono da più di una settimana ormai, e i cittadini, in gran parte obbligazionisti, sono disperati per quello che potrebbe succedere ai risparmi di una vita. A poco sono servite le parole di Michele Iuliano, uno dei fondatori della società nata nel 1965 di cui è amministratore unico. Il "capitano", così è conosciuto don Michele in città, ha preso la parola dopo che, la scorsa settimana, quasi un migliaio di persone si sono affollate presso gli uffici di una delle sedi della Deiulemar. Nella conferenza organizzata presso l'hotel Mercure-Sakura, uno degli alberghi del gruppo, Iuliano ha rassicurato gli investitori escludendo che la compagnia possa dichiararsi insolvente, nonostante le difficoltà del mercato.

"Faremo la fine della Parmalat". Non è difficile ascoltare queste parole a ogni angolo di strada, soprattutto adesso che la società di navigazione ha diffuso un comunicato in cui chiede ai suoi obbligazionisti di fissare un appuntamento per accertare la veridicità delle cedole in loro possesso. A quanto pare, approfittando del caos creatosi nei giorni scorsi, sarebbero stati emessi dei falsi certificati. Ma prendere un appuntamento è quasi impossibile, i telefoni della Deiulemar risultano continuamente occupati e le sedi sono chiuse al pubblico. Per di più, tali verifiche saranno possibili solo a partire dal 31 gennaio.
Il susseguirsi degli eventi fa crescere il dubbio nei risparmiatori. In molti non si vergognano ad ammettere di aver perso il sonno, altri di essere assaliti da attacchi di panico. E l'atteggiamento poco chiaro della società, che prima cerca di riacquistare credibilità giocando la carta del "capitano" - che alcune voci identificherebbero come capro espiatorio nel caso gli eventi precipitassero - poi si nasconde dietro un telefono che tarda a dare risposte, non fa altro che alimentare l'incertezza di chi nelle mani della Deiulemar ha riposto ogni speranza per il futuro.