Torre da "Il Mattino"

 Mariella Romano

Notizie su Torre del Greco ricavate da "Il Mattino"   www.ilmattino.it/index.htm

TORRE DEL GRECO
Ex silos: uffici Inps
al posto del grano

Da granai a uffici: gli ex Silos della Federconsorzi messi all'asta e acquistati qualche anno fa per poco meno di tre miliardi di lire da una società legata alla compagnia di navigazione Deiulemar, tra pochi mesi potrebbero ospitare la sede distaccata dell'Inps. Ma non solo.
Secondo indicrezioni, in seguito a un accordo che sarebbe stato raggiunto proprio in queste ultime ore tra il Comune di Torre del Greco, i rappresentanti dei sindacati cittadini e i titolari dell'immobile, nel vecchio sito industriale di via Calastro potrebbero trovare posto anche trenta laboratori.
Un'operazione da 25 miliardi di lire che, dando vita a una società pubblico-privata, punterebbe alla riqualificazione globale degli ex giganti del grano, offrendo nello stesso momento agli artigiani orafi e corallari che minacciano di lasciare la città per la mancanza di spazi industriali, la possibilità di sistemare le proprie aziende nei Silos, che per l'occasione verrebbero attrezzati e adeguati alla legge europea 626 sulla sicurezza. Dunque, un progetto articolato che, per essere realizzato, potrebbe richiedere un cambio di destinazione d'uso.
Ma, a quanto pare, una prima autorizzazione sarebbe già arrivata l'altra settimana sulla scrivania dei dirigenti Inps: la commissione competente, infatti, avrebbe addirittura già concesso ai proprietari dei silos l'ok per avviare la ristrutturazione della palazzina che dovrebbe ospitare nella terza città della Campania gli uffici distaccati dell'istituto nazionale di previdenza sociale.

TORRE DEL GRECO
Villa delle Ginestre
avrà la sua strada

La Sovrintendenza ai Beni Ambientali annulla i vincoli e dice sì alla sistemazione del viottolo di campagna che porta a Villa Delle Ginestre. Una svolta attesa da tempo che, adesso, permetterà all'Università di Napoli Federico II (che è titolare dell'immobile) di recintare la storica dimora che ospitò Giacomo Leopardi per preservarla dalle incursioni di vandali e ladri.
Un punto di partenza determinante per il futuro del palazzetto: la villa che dopo anni di degrado e abbandono è stata appena restaurata, dovrebbe essere trasformata, in collaborazione con il Comune di Torre del Greco e con l'Ente Ville Vesuviane, in un Centro Studi Leopardiani con relativa biblioteca.
Il progetto, infatti, prevede anche la sistemazione in quelle stanze di decine di libri, manoscritti e perfino di un calco di Giacomo Leopardi: cimeli che sono stati raccolti e per anni amorevolmente custoditi dal preside di Torre del Greco, Nicola Ruggiero. Un vero patrimonio per gli studiosi del poeta di Recanati che, secondo le intenzioni, potrebbe essere donato alla città.
Ma fino a quando non verranno completati i lavori che permetteranno all'Università di Napoli di recintare la dimora, tutti i progetti resteranno in sospeso. Anche l'idea della donazione: il preside Ruggiero, infatti, di fronte alle tante incertezze che ancora continuano a pendere sul futuro del palazzetto, potrebbe decidere di trasferire l'intera biblioteca privata a Recanati.
«Adesso - assicurano i collaboratori del sindaco, Romeo Del Giudice - non ci saranno altri ostacoli: al massimo entro sessanta giorni il Comune sarà in grado di affidare a una ditta specializzata i lavori che prevedono l'ampliamento del viottolo seguendo un tracciato già esistente. Nulla di ciò che esiste verrà, dunque, modificato».
La realizzazione della strada sarà, quindi, a carico dell'amministrazione comunale: l'investimento richiesto per questo tipo di intervento, non dovrebbe superare i duecento cinquanta milioni di lire.
«Speriamo - concludono i tecnici di Palazzo la Salle - di inaugurare la strada entro la prossima estate». Nel frattempo il Comune di Torre del Greco sta lavorando per cercare di acquistare i terreni che circondano la villa e che sono di proprietà privata: L’intenzione è quella di realizzare un parco verde intorno alla dimora che appartenne al conte Ranieri, che vi ospitò Leopardi.

TORRE DEL GRECO
«Cavallo di ritorno»
con fuga: presi in 2

Hanno tentato fino alla fine di sfuggire alle forze dell'ordine, ma la improvvisata fuga è stata interrotta dagli agenti del commissariato di Torre del Greco.
Sono così finiti in manette, con l'accusa di estorsione, realizzata con la tecnica del cosiddetto «cavallo di ritorno», Francesco Lambro, torrese, 23 anni, detto «Banana», con numerosi precedenti penali e Flavio Marrazzo, anch'egli torrese, 19 anni, detto «Bigodino», anch’esso con precedenti per estorsione, furto, spaccio di stupefacenti e ricettazione.
I due avevano realizzato ai danni di un commerciante del centro un cavallo di ritorno, provvedendo a restituirgli una Vespa che gli era stata rubata alcuni giorni fa. Una restituzione che sarebbe avvenuta naturalmente solo dopo intascato una somma di oltre mezzo milione di lire.
Il fatto non è però sfuggito agli agenti del commissariato (diretto dal vicequestore Camillo Amodio e dal vicequestore aggiunto Giuseppe Pastore), che al termine di una mirata attività investigativa sul territorio, hanno individuato i due complici, sorprendendoli in pieno centro cittadino.
Alla vista degli agenti i due malviventi, temendo di non avere più scampo, hanno quindi tentato di darsi alla fuga, cercando di far perdere le proprie tracce. Ne è scaturito inevitabilmente un concitato inseguimento tra le strade e i vicoli della città, al termine del quale gli agenti sono riusciti però a bloccare i due, provvedendo a condurli al commissariato.
Dopo i consueti adempimenti di rito, Lambro e Marrazzo sono stati associati al carcere di Poggioreale.
                                         Nello Del Gatto

Torre del Greco,
da oggi viabilità rivoluzionata

Emergenza traffico fino al 25 gennaio: per eseguire la ripavimentazione di alcune strade della città, gli automobilisti saranno costretti fin da oggi e per i prossimi sette giorni a cambiare le proprie abitudini. Si tratta solo di una piccolissima modifica alla viabilità che potrebbe, però, nonostante l'impiego massiccio di uomini e mezzi della polizia municipale, contribuire a mandare in tilt la circolazione.
La prima novità riguarderà via Sedivola e piazza Martiri d'Africa. Da oggi e fino a domenica 20 gennaio, secondo un'ordinanza firmata dal capitano Andrea Formisano, via Sedivola, un'arteria che di solito viene utilizzata da chi, provenendo dalla zona a monte deve raggiungere il centro storico, rimarrà completamente chiusa al traffico.
Stessa sorte per la piazza Martiri d'Africa: in entrambi i casi, è stato introdotto divieto di transito per moto, auto e camion (anche per le vetture dei residenti) e divieto assoluto di parcheggio su tutti i lati della carreggiata. Nessun beneficio verrà riservato agli indisciplinati per i quali, anzi, si preannuncia la rimozione forzata: il carro attrezzi, infatti, lavorerà a ritmo intenso per cercare di scoraggiare la sosta selvaggia e permettere nello stesso momento agli operai della ditta specializzata di eseguire senza problemi il rifacimento del manto stradale e, soprattutto, rispettando i tempi imposti dal Comune.

Ma, per favorire il deflusso del traffico e cercare di limitare al massimo i disagi che potrebbero essere provocati dai prevedibili ingorghi, i responsabili dell'ufficio viabilità hanno istituito contemporaneamente il doppio senso di marcia in via Giuseppe Beneduce nel tratto compreso tra i viali Armando Diaz e viale Cristoforo Colombo. Un semplice correttivo che, anche se penalizzerà i pedoni che saranno costretti a camminare sulla carreggiata per la mancanza di marciapiedi, dovrebbe consentire alle macchine che provengono da via Curtoli, via Scappi o via Montedoro di raggiungere senza troppi inconvenienti via Circumvallazione e da qui il centro storico o le zone periferiche Torre del Greco.
Ma i disagi non si esauriranno in due giorni. Portato a termine l'intervento relativo al rifacimento del manto stradale in via Sedivola e in piazza Martiri d'Africa, la ditta incaricata dal Comune di eseguire i lavori di ripavimentazione delle strade, si trasferirà dal 22 al 24 gennaio in viale Ungheria.
In questo caso, tuttavia, i problemi dovrebbero essere limitati: l'ordinanza firmata dal responsabile dei vigili urbani non prevede, infatti, provvedimenti restrittivi per la circolazione di macchine, scooter e mezzi pesanti. Insomma, non verrà istituito il divieto di transito ma, in quei due giorni, sarà impossibile sostare, per chiunque, anche per i residenti, su entrambi i lati della carreggiata.
E sempre dal 22 al 24 gennaio ancora per lavori di ripavimentazione, sarà vietato parcheggiare anche in via Purgatorio, nel tratto compreso tra via Circumvallazione e via Cimitero.

Magia al "Maresca

È solo grazie ad un primario che si è preso la briga di chiedere in prestito il Litotritore (un macchinario da un miliardo di lire) se, dalla settimana scorsa e per qualche mese, l'ospedale Maresca potrà offrire ai pazienti dell'Asl Napoli 5 che soffrono di calcolosi, l'opportunità di frantumare i calcoli senza ricorrere all'intervento chirurgico.
Una «magìa» per chi è costretto a subìre i dolori lancinanti di continue coliche proprio per la presenza di quei maleddetti «sassolini» che ostruiscono l'apparato urinario, i reni o le vie biliari.
Un'attrezzatura innovativa per la struttura pubblica che fino ad oggi, non disponendo di un Litotritore, ha dovuto rivolgersi ai centri privati e convenzionati per offrire ai propri utenti il servizio specialistico: una prestazione professionale per la quale l'Asl continua a pagare 4 milioni per ogni paziente operato con questo metodo.
«Per il momento - spiega Aniello Zito, neo primario del reparto Urologia - il macchinario ci è stato prestato dalla società tedesca Storz a titolo completamente gratuito e soprattutto a scopo dimostrativo. Un beneficio che, ovviamente, non durerà in eterno».
L'amministrazione sanitaria, infatti, avrà qualche mese di tempo per decidere se approfittare dell'offerta e, consapevole degli alti costi per l’eventuale acquisto, eventualmente programmare il fitto del Litotritore per otto milioni al giorno.
«L'idea - riprende il primario - è quella di fittare per due giorni al mese l'attrezzatura. Una formula che offre un servizio all'utenza e permette nello stesso momento all'azienda sanitaria un sostanzioso risparmio. Basti pensare che, la settimana scorsa, in un solo giorno, siamo riusciti a concludere nove interventi di questo genere».
Facile, quindi, fare i conti: la litotrisia, che grazie all'emissione delle onde d'urto si esegue senza anestesia, richiede in media trenta minuti. E, secondo gli esperti, in una giornata l'equipe medica potrebbe garantire almeno 15 sedute. Un bel risparmio, considerando che l'Asl paga alle società convenzionate otto milioni per il trattamento di due ammalati.
Ci sono poi da considerare le statistiche: sono state 260 le persone che nel 2000 sono state ricoverate d'urgenza all'ospedale «Agostino Maresca» di Torre del Greco in seguito a dolori provocati da calcoli all'apparato urinario. Un carico di pazienti ai quali gli specialisti di Urologia non hanno potuto offrire i vantaggi della litotrisia. Così, nella maggior parte dei casi, gli «utenti» hanno preferito disertare il reparto di via Montedoro scegliendo strutture private.
Del resto, fino alla settimana scorsa, i medici del nosocomio torrese avevano due alternative per distruggere i calcoli: il tradizionale intervento chirurgico con tanto di anestesia totale o quello endoscopico.
Non stupisce, quindi, se l'anno scorso sono finite in sala operatoria solo otto persone, mentre altre 15 sono state trattate con la metodologia endoscopica.
Adesso, vista l'alta percentuale di successo della litotrisia, il carico di lavoro per l'equipe del professore Zito sembra destinato inevitabilmente ad aumentare: non a caso secondo le stime, il 95 per cento dei pazienti affetti da calcolosi riesce a risolvere il problema in 30 minuti

TORRE DEL GRECO.
PETIZIONE DA LARGO COSTANTINOPOLI

Dopo il recupero, il degrado

Il Comune finanzia i lavori, ma poi non controlla la zona

Ci sono voluti decenni per riqualificarlo, poco meno di dodici mesi per trasformarlo in un «ghetto inavvicinabile»: largo Santa Maria di Costantinopoli, un pezzo di storia nel cuore della città che secondo i progetti dell'amministrazione doveva diventare, a pochi passi da piazza Santa Croce, il «salotto buono» di Torre del Greco, oggi è l'esempio di come non bastano miliardi e ruspe per riqualificare interi quartieri.
«Il largo - scrivono i cittadini della zona in una petizione inviata al sindaco Romeo Del Giudice - è abbandonato a se stesso, è un ghetto inavvicinabile e di sera anche pericoloso».
A favorire il degrado, oltre alla completa mancanza di controllo, anche la scarsa pulizia della piazzetta che un anno fa, dopo la ristrutturazione, è stata restituita ai pedoni e chiusa al passaggio delle auto. Inutilmente: «Motorini e vespe - raccontano gli abitanti - incuranti del divieto di accesso la attraversano quando e come vogliono. Mentre i ragazzini utilizzano lo spazio come campo di calcio: ma bisogna stare anche attenti a non essere colpiti da una delle pietre o delle bottiglie che scagliano contro l'ex caserma dei carabinieri o la chiesa».
Già, la caserma: un vero monumento alla memoria per l'intero quartiere che da decenni attende il recupero e il riutilizzo dell'immobile che una volta ospitò gli uomini dell'arma. E poi la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, mica una parrocchia qualsiasi senza storia e senza passato: piuttosto un tempio prezioso, da poco ristrutturato dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici, che potrebbe portare a Torre del Greco centinaia di turisti. Invece, intorno a questa piazzetta in porfido, c'è solo il deserto: da quando il largo è stato chiuso al traffico, le botteghe degli antiquari sono quasi del tutto scomparse e gli esercizi commerciali che ancora esistono devono far fronte a mille difficoltà.
«E - aggiungono i cittadini che hanno firmato la petizione - prova evidente dello stato di degrado e abbandono in cui versa largo Santa Maria di Costantinopoli, sono le malcurate fioriere».
Queste ultime, lo scorso 8 dicembre, in occasione della festa dell'Immacolata, sono state spostate per favorire il passaggio del carro trionfale portato in spalla da centinaia di fedeli. Da allora, sono rimaste così: disseminate sulla piazzetta senza un criterio di ordine.
«Bisogna ammettere - concludono gli abitanti del quartiere - che il progetto iniziale, pur apprezzabile, è miseramente fallito. Del resto, per rendere davvero vivibile e fruibile il largo si sarebbe dovuto far coincidere la chiusura dell'area con la riapertura dell'ex casema e dell'attiguo ex mercato del pesce. Invece è stata realizzata solo metà dell'opera: quella di facciata. Tanto vale, annullare il divieto di transito e far ritornare almeno le auto».