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LA FAUNA
DEL PARCO

IL BARBAGIANNI
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E stato frequentemente paragonato a un fantasma nella notte. E come tale perseguitato, cacciato, ucciso e inchiodato alle porte delle stalle. Il suo piumaggio bianco inferiormente e nocciola sopra lo rende evidente ai fari delle automobili mentre sorvola lento la campagna, proprio come uno spettro. Eppure il barbagianni non potrebbe essere più utile all’uomo. E diffuso in molte zone rurali, frequenta i campi coltivati e i margini dei boschi, e la maggior parte delle sue prede sono roditori. Topiragni, arvicole, topi selvatici, ratti cadono tutti sotto i suoi artigli. Riesce a prendere al volo anche i piccoli uccelli che spaventa ponendosi di fronte a un cespuglio e battendo le ali. Anche se d’inverno cattura molte prede di giorno, e uno dei rapaci più notturni della nostra fauna, e riesce a cacciare nel buio quasi completo. Non ha la vista acuta di altri rapaci notturni, ma 1’udito e straordinario. Inoltre la struttura delle orecchie e molto particolare, e gli consente di localizzare con estrema precisione ogni più piccolo rumore. Guidato dal suono, si precipita sulla preda con gli artigli aperti, e la uccide soffocandola. Le ali lunghe e arrotondate e la coda corta gli permettono un volo agile e un atterraggio preciso. Il barbagianni nidifica molto spesso nelle costruzioni umane, nelle stalle e nei campanili, dove depone da 4 a 7 uova e alleva i piccoli, batuffoli bianchi che quando cambiano il piumino rivestono direttamente la livrea dell’adulto, a differenza di altri rapaci notturni. Quando e nel nido, ma anche quando vola, e solito emettere il suo grido, che e in effetti agghiacciante: un lungo soffio soffocato e tremolante, che dura circa due secondi. Le attività agricole hanno favorito la sua diffusione, ma la scomparsa di vecchie costruzioni e di alberi cavi dove fare il nido, il traffico automobilistico che ne fa strage e soprattutto, in alcune zone d’Italia, la continua e stupida persecuzione di cui la specie e ancora oggetto, hanno diminuito il numero di barbagianni. Con conseguente aumento dei roditori, e dei danni provocati da questi ultimi.