Testo: Pag. 2

FLORA  E  FAUNA

Le eruzioni del Vesuvio hanno di volta in volta eliminato la vegetazione presente sulle pendici del monte. Tuttavia, ad ogni raffreddamento del terreno, ha corrisposto un tentativo di ricolonizzazione da parte delle piante. La vegetazione forestale è assai scarsa. Vi sono alcuni rimboschimenti a conifere, e frammenti di macchia mediterranea. Un gioiellino è rappresentato da alcuni sorprendenti piccoli nuclei di betulle nella Valle del Gigante, sull'Atrio del Cavallo e a S. Anastasia. Sul Monte Somma cresce un bosco di roverelle e aceri napoletani. Le lave più antiche sono "abitate" da diverse specie di ginestre, le stesse cantate da Giacomo Leopardi che visse in queste zone fra il 1836 e il 1837. Su quasi tutto il cratere si estende la Riserva Forestale Tirone-Alto-Vesuvio, che venne istituita già nel 1972 per proteggere alcuni pini marittimi e d'Aleppo di rimboschimento, che ora stanno lasciando spazio al leccio, che meglio si adatta a questa zona.

La fauna non è ricchissima. Molti i piccoli mammiferi sul Monte Somma, come il moscardino, il topo quercino ed il ghiro, mentre fra i predatori segnaliamo volpi, donnole e faine. Le specie di uccelli che si possono osservare sono molte, soprattutto perché il Massiccio del Somma-Vesuvio si trova sulla rotta delle migrazioni che portano dall'Africa verso le aree riproduttive dell'Europa centro-nord. Transitano ad esempio poiane, cuculi, succiacapre e rigogoli, mentre tra gli uccelli stanziali ricordiamo la presenza di una colonia di corvi imperiali sulle cime del Somma e del Vesuvio.

I beni culturali visitabili nell'area circostante il Parco Nazionale sono talmente tanti e di tale importanza, che un consiglio generale e valido per tutti è quello di affrontare la visita dei luoghi con l'aiuto di un'ottima guida. Si può partire dalla città di Napoli, la cui storia parte dal VII-VI secolo a.C. (ha origini greche) e prosegue in epoca romana (scelta come luogo preferito di villeggiatura). Nell'alto-medioevo fu sede di Ducato; nel 1139 entrò nel Regno Normanno e poi Svevo, ma dal 1266 al 1441 fu capitale del Regno Angioino. Dal 1503 il Regno di Napoli cadde sotto gli Spagnoli e solo nel 1734 ritornò capitale con i Borboni. La città porta indelebili i segni di tutte queste sue fasi storiche. Proseguiamo con le città di Ercolano e Pompei, entrambe sepolte dalla colata lavica del 79 d.C. Ercolano era città d'origine greca, che divenne municipio romano nell'89 a.C.. Fu sepolta da una coltre di fango anche nel 62 d.C., in seguito ad un violento terremoto. Pompei fu fondata dagli Osci e fu anch'essa occupata dai Romani nel I sec. a.C.. Entrambi questi siti archeologici furono scavati inizialmente a metà del XVIII secolo, ma una razionalizzazione dei lavori si ebbe solo nel 1860 per Pompei ed addirittura nel 1927 per Ercolano. Ciò che la lava aveva ricoperto violentemente quel 24 agosto del 79, è tornato, quasi intatto, alla luce. La visita agli scavi è irrinunciabile: bellissimi ed unici gli affreschi ed i mosaici, gli utensili e le ceramiche; interessantissimi i papiri ritrovati, a testimonianza dell'alto livello culturale della zona e dei suoi legami con il lontano Egitto.