Sindaco
non per caso
Intervista
a Leopoldo Spedaliere
primo cittadino di Portici
La concezione della politica, l’impegno sociale e lo spirito
di servizio, i progetti e le battaglie
amministrative: un ritratto inedito dell’avvocatissimo
di
Giuseppe Della Monica |

Avvocato
Leopoldo Spedaliere,
Sindaco di Portici
cole illegalità che ogni giorno ciascuno di
noi commette, tipo comprare sigarette di contrabbando o guidare
controsenso. E’ una battaglia che bisogna combattere
pragmaticamente e senza demagogia. Fortunatamente a Portici l’incidenza
della grande criminalità organizzata è relativamente
marginale.
Più in generale: cosa significa amministrare
una delle città con la più alta densità abitativa del
Pianeta?
Significa purtroppo sacrificare molto della
propria persona. Ci sono delle soddisfazioni, ma spesso il peso
è eccessivo.
E la comunità, come vive questa realtà un
po’ scissa fra il suo passato monumentale e l’attuale
situazione di conurbazione con Napoli?
Questo è appunto il lavoro che facciamo noi,
tenere insieme i pezzi vari della città. L’Università, l’Istituto
Zooprofilattico, la Reggia, l’Enea, il Criai, le ville
vesuviane, la città commerciale: cerchiamo di fare in modo che
tutto questo si muova assieme. E’ un lavoro di cultura e di
puntuali interventi amministrativi.
E che ci può dire di questo progetto di
supermunicipalità del Miglio d’Oro con le città viciniori?
Non credo che esista un vero e proprio
progetto di supermunicipalità, quanto piuttosto l’esigenza di
momenti comuni di sviluppo, di avere per molte cose una visione
unitaria: a che serve avere le strade pulite a Portici se poi
magari non lo sono ad Ercolano o San Giorgio, o viceversa?
Un’ultima domanda: cosa sogna Leopoldo
Spedaliere per sé e per la sua città?
I miei sogni personali, se permette, me li tengo per me.
Quello che sogno per la mia città è che diventi davvero una
civitas... |
Avvocato Spedaliere, parliamo innanzi tutto
un po’ di lei. Come ha contratto la malattia della politica?
"Non sono proprio convinto che sia una
malattia. Ad ogni buon conto ho cominciato ad interessarmi di
politica durante i primi anni di università. Era il
sessantotto, e se si può parlare di politica come malattia, a
quei tempi era un’epidemia. Da allora ho fatto politica negli
organismi universitari, nelle associazioni, nel partito, in
consiglio comunale, ed ora eccomi qua".
Leopoldo Spedaliere ci riceve di buon mattino
nel suo luminoso ufficio al quarto piano del Municipio. Polo di
cachemire beige e giacca in tinta, capelli un po’ spettinati,
a prima vista non si distingue poi molto dai suoi impiegati. Ma
quando comincia a parlare al nostro microfono la differenza si
sente, in ogni senso: un D’Alema in scala, se ci è
consentito.
A proposito di Politica, ci dica della sua
lettera all’ambasciatore della Nigeria in Italia sul caso di
Safya, la donna condannata alla lapidazione in quel paese con l’accusa
di adulterio...
Fatti come questi ci danno il senso dello
scollamento fra le nostre piccole beghe quotidiane e le grandi
questioni dell’umanità. Ci sono paesi in cui i diritti dell’individuo,
e della donna in particolare sono clamorosamente negati, ci sono
paesi in cui le donne non possono lavorare, vestire, cantare,
amare. Ed è impensabile occuparsi solo delle questioni misere
della quotidianità, rinchiudersi nel nostro sperduto cantuccio
di Pianeta di fronte a questioni altissime quali i principi
della libertà e dell’uguaglianza fra le persone.
A proposito di beghe e simili, pare che il
suo partito non trovi pace in questo periodo.
Dopo una grande sconfitta la riflessione è
sempre molto complicata. Per il resto penso che sia anche una
questione generale, tutti i partiti sono in grande e rapida
trasformazione, è un momento di grande transizione, i confini
ideologici sono sempre più labili. E, certamente, una
semplificazione del quadro politico non sarebbe del tutto
deprecabile; sa l’ansia di distinguersi. |
Veniamo al suo specifico. Nell’ambito del
suo impegno progressista, cosa fa la sua amministrazione per le
fasce più deboli della popolazione: giovani, disabili, anziani,
emarginati?
Rispetto alle necessità fa quello che può.
Rispetto al costume complessivo delle nostre parti fa
moltissimo. Dedichiamo molte risorse, sia nostre sia della 285
al recupero giovanile. Per quel che riguarda i disabili, sono
stati sottratti alle nostre competenze, ma seguiamo comunque
casi singoli. Poi c’è il piano zonale, in cui Portici è
capofila. Ed ancora il telesoccorso e il "Turista fuori
porta" per gli anziani; per i bambini i progetti "Da
zero a tre anni, "La cicala e la formica" o l’apprendistato
ad artigiani in orario extrascolastico. In generale crediamo
molto a questo tipo di impegno, si tratta di renderlo un unicum,
un sistema.
Parliamo di qualche tema politico-
amministrativo specifico della città: mercato coperto, telesor-
veglianza, emergenza camorra.
Quella del mercato coperto è una storiaccia antica, che
grazie a Dio siamo in procinto di chiudere, questione di giorni.
Per la telesorveglianza ci vorrebbe più collaborazione da parte
delle forze dell’ordine, che allo stato attuale manca, ma è
comunque un progetto di assoluta avanguardia. La questione della
camorra è importante, deve entrare nella coscienza della gente.
L’illegalità si combatte a partire dai comportamenti
quotidiani, dalle pic-
Palazzo di vetro e acciaio, nuova
sede del Municipio di Portici,
Via Campitelli, 2 |
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