Anno I
Novembre 2001 
doppio n. 3

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Il doppio
s
egreto

di Raffaele Iovine

Magritte René, pittore surrealista specializzatosi nell’Accademia di Belle Arti di Bruxelles. Dal modo di vivere misterioso e tormentato. Egli gode di una fama internazionale e dal 1951 al 1953 è impegnato nella grande decorazione del Casino di Knokke-Le-Zoute, Le Domaine enchanté, che sintetizza tutti i temi della sua poetica.
Nel "doppio segreto" ancora una volta il pittore interroga quella che noi chiamiamo realtà. Sullo sfondo di un paesaggio marino, il viso impassibile di un uomo (odi un manichino di cera?) è stato tranciato e spostato lateralmente. La lacerazione mostra una spaccatura profonda, molto diversa dal volto liscio, senza espressione né sguardo, che la dissimulava.

Il doppio segreto - 1927 - Museo Nazionale d’Arte Moderna - Parigi, olio su tela cm114 x 162.
Opera di René Magritte, il principale rappresentante del Surrealismo belga

La maschera è stata proprio strappata, ma ciò che celava è ancora più misterioso e si rimane perplessi davanti a questa ampia cavità dalle pareti umide e scure, avvinta da sonagli (probabilmente legati a ricordi infantili e che ritornano spesso nelle opere del pittore. Magritte svela il baratro che separa l’essere dalla sua apparenza e conferma che la realtà resta enigmatica. Bisogna diffidare delle apparenze, non è vero solo ciò che appare, ma è vero ciò che è nel suo insieme: le sembianze e l’essenza, la scorza e la polpa.

Arte e follia

Ricordando
Franco Basaglia
Un regista rivisita l’opera del padre dell’Antipsichiatria

"Chi dunque
curerà
  coloro
che
si
ritengono
sani?"

Seneca

Basaglia che tiene una riunione con i suoi collaboratori disteso sotto un tavolo. Basaglia che serve a tavola i suoi pazienti.
Che balla ad una loro festa malgrado il piede ingessato, per "festeggiare la vita". Basaglia che accompagna i degenti a fare un giro in aeroplano sopra Trieste.
Sono alcune delle scene di La seconda ombra, il film che il regista Silvano Agosti si accinge a girare per ricordare il lavoro di Franco Basaglia, colui che ha rivoluzionato l’approccio ai problemi psichici.
Agosti era amico personale di Basaglia e nel 1975 documentò, con una cinepresa amatoriale, proprio quel volo su Trieste. Ora, a ventidue anni dalla scomparsa dello psichiatra, ed a poco tempo dall’uscita delle Lezioni Brasiliane,


ha deciso di dedicargli un lungometraggio.
Le riprese dureranno due settimane, la pellicola avrà come protagonista Remo Girone, ed il regista, per meglio compenetrarsi nell’argomento, condividerà per
 due mesi l’esistenza con i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Trieste, 200 dei quali reciteranno nelle riprese (ci saranno anche dei pazienti di Basaglia ancora superstiti). Non mancheranno, per far comprendere la differenza, sequenze dedicate ai metodi della psichiatria tradizionale, quella ante Legge 180: lobotomie, macchine per elettroshock che ogni tanto ammazzavano qualcuno (ma tanto erano matti e chi ci faceva caso), pazienti legati al letto per anni.
"Toglietevi il camice, la gente deve capire chi è il medico da come si comporta, non dalla divisa" esortava Basaglia i giovani medici. La sua lezione è forse tutta qui.