Anno I
n. 2 - giugno 2001 

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LA MITOMANIA

D
a dove nasce la mitomania?
Vale a dire quella passione perversa, che alcuni dicono, sia insita soprattutto nei giovani, ad esempio, il fatto di lanciare sassi da un cavalcavia, mettendo a repentaglio la vita di molte persone.
E’ di questi ultimi giorni il caso di Novi Ligure, dove si parla di un’adolescente che ha ucciso il fratellino e la madre con l’aiuto del fidanzato. Da qui sono sorti altri casi fortunatamente sporadici.
Io mi chiedo è cattiveria o follia? Secondo me è sia l’una, sia l’altra cosa. Infatti, credo che la cattiveria di taluni sia tale da far loro commettere un gesto simile, che poi è definito follia.
I telegiornali gonfiano un po’ troppo queste notizie e in alcuni adolescenti, senza una sana educazione, scatta la voglia d’imitare per sentirsi più forti o, addirittura, superiori agli altri, secondo loro.

di Anna Maria Sorrentino

        Israele

       
L
a situazione in questo storico paese è a dir poco preoccupante, la guerra rischia di estendersi a macchia d’olio su tutto il versante marittimo del Medio Oriente, bisogna intervenire in via diplomatica al più presto per evitare il peggio.
La zona ha sempre rappresentato un rischio per la pace mondiale, basti pensare a paesi come l’Iraq, dalle intenzioni bellicose verso Israele e tutti i paesi che lo sostengono, sia politicamente, sia economicamente.
L’area è sicuramente povera, c’è bisogno di un intervento da parte del nostro paese, anche se siamo in difficoltà economiche. Israele è un paese che, dal punto di vista turistico, potrebbe entrare maggiormente nelle rotte internazionali se non ci fossero focolai bellici. La Palestina dovrebbe essere sostenuta anch’essa; i palestinesi vogliono un’autostrada che colleghi Gaza con il resto del loro paese. Cerchiamo d’essere più solidali e diamo loro quanto serve: cinquemila miliardi di lire.
Diamoli e speriamo che trionfi la pace!

                                             Maurizio Lombardo

Rapporti
  economici

    internazionali

Il commercio in generale, sia internazionale, sia interno, ha un presupposto essenziale comune e cioè ha la convenienza dello scambio di beni e servizi tra i paesi scambisti. Il commercio interno avviene tra soggetti dello stesso paese e il presupposto dello scambio è, com’è noto, la differenza tra l’utilità del bene che si cede e il controvalore che si realizza in cambio. Cerchiamo di esaminare se questo presupposto trova l’esatta applicazione anche nel commercio internazionale. Orbene in ordine alla convenienza dello scambio tra due paesi, va osservato che questa convenienza si manifesta in due forme diverse:
a) Ciascuno dei due paesi scambisti produce un bene che l’altro non produce ed in tale ipotesi la convenienza appare evidente; esempio l’Italia acquista caffè (che non produce) dal Brasile, il quale a sua volta acquista dall’Italia (che le produce) automobili.
b) I due paesi scambisti producono entrambi i beni in oggetto, (ad esempio calzature) ma a costi comparati diversi, quindi per uno dei due paesi la produzione del bene costerebbe troppo e pertanto è più conveniente importarlo.
Il commercio internazionale va così distinto in:
a) Importazione per le merci che entrano nello Stato e sono oggetto di scambio.
b) Esportazione per le merci che escono dallo Stato.
c) Di transito per le merci che attraversano il territorio dello Stato, ma sono oggetto di rapporti commerciali tra altri paesi. A stretto rigore il commercio internazionale vero e proprio sarebbe costituito dalle due prime voci, importazione ed esportazione, cioè quello che si suole chiamare commercio speciale. Il cosiddetto commercio di transito è definito tale in quanto la merce è di transito e nello stesso tempo non è oggetto di scambio, quindi non sussiste il commercio internazionale nel senso proprio di scambio, perché riguarda altri paesi.

Per concludere possiamo sostenere che il commercio internazionale è un termometro fondamentale della salute economica della nazione, poniamo il caso che l’esportazione superi l’importazione, la bilancia dei pagamenti è in attivo e viceversa quando l’esportazione è inferiore all’importazione il bilancio è in passivo.

                                          Antonio Ciaravolo


Il mondo
contemporaneo

Nella società moderna, l’uomo si sta sempre più allontanando dai valori morali e cristiani, non c’è rispetto per le persone anziane, quelle più sfortunate sono emarginate, aumenta la delinquenza e la corruzione. Lo Stato deve fare molto di più per il Paese. Soprattutto aiutare le persone bisognose, come quelle che vivono per strada ed i disabili, facendo, ad esempio, dei centri d’accoglienza.

di Antonio Giordano