Anno I
n. 2 - giugno 2001 

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Danza di contadini

Si legge poco
C
uriosando tra i capolavori dell’arte ho ritenuto, per ora, di parlare di quest’opera. La "danza di contadini" è citata negli inventari delle collezioni asburgiche di Vienna dagli inizi del XVII secolo dalla Weltlisch Schatzkammer passò alla Galleria Imperiale nel 1748.
Nel 1809 fu trafugata in Francia nel periodo napoleonico, fece ritorno a Vienna nel 1815.
Questo capolavoro dell’arte è patrimonio dell’umanità, quindi è anche "tuo", osservalo e sii elice di conoscere la sua importanza e il suo valore!
Esso è espressione dell’intelligenza e della cultura dell’uomo, di cui fai parte.
Analisi stilistica.
Si suppone che l’opera sia stata eseguita nella tarda attività del pittore (1525-1569).

Le scene della vita contadina erano le sue preferite.
Egli usava recarsi nei paesi dei dintorni

d’Anversa per partecipare alle feste locali travestito da contadino per osservare in tutta libertà gli usi e i costumi dei paesani.
Il pittore mette in risalto le figure in primo piano, quali la frenetica coppia a destra e il suggestivo suonatore di cornamusa davanti al quale ballano le bambine.
L’uomo che egli descrive si diverte incurante dei valori superiori, ai quali rimandano la chiesa sullo sfondo e la piccola tavola con la grande Madonna e il Bambino, appeso all’albero a destra.
Simili velati ammonimenti si ritrovano spesso nelle opere del pittore fiammingo.
Ritengo che l’insieme del movimento, dei colori e dei personaggi, fanno sì che quest’opera è degna di essere considerata immortale e patrimonio dell’umanità.

                            Raffaele Iovine