Anno I
n. 2 - giugno 2001 

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Il giornalismo
è terapeutico

Un grande sforzo compensato da tante soddisfazioni. Un gruppo di straordinari giovani collaboratori che hanno costituito con entusiasmo la nostra "redazione speciale". E’ questo il primo piccolo risultato ottenuto, ma - ne siamo consapevoli - la strada è lunga e difficile, si tratta ora di garantire continuità e capacità di migliorare.
Siamo assolutamente convinti che il giornalismo può essere terapeutico, se riesce ad essere concepito con rigore ma anche con passione ed allegria. Può aiutare ad implementare consapevolezza e coinvolgimento civile.
I nostri redattori partono dal raccontare se stessi per cominciare a raccontare poi, pian piano, il mondo che li circonda, gli uomini e
le donne con cui si relazionano. I sogni possono essere esplicitati e gli incubi sdrammatizzati. E’ questa la straordinaria potenzialità della comunicazione.
Abbiamo incontrato tanti operatori sociali di altri Enti e Servizi che hanno dimostrato attenzione ed interesse.

E’ il primo passo per cominciare a lavorare assieme su obiettivi comuni. Il nostro lavoro terapeutico non ha senso se rinchiuso in se stesso, sarebbe un nuovo ghetto in cui confinare il disagio psichico, una più raffinata e moderna istituzione basilare.
E’ per questo che lavoriamo per costruire un programma riabilitativo tutto proiettato all’esterno, fortemente integrato e finalizzato a far vivere nel tessuto civile
della città l’esperienza di reinserimento e la cura stessa.
Quando oltre vent’anni fa iniziammo il nostro lavoro nei grandi manicomi napoletani, ci insegnavano che la malattia mentale era incurabile, che bisognava ricorrere a quelle grandi strutture di contenzione perché "quella" era la cura; eppure davanti a noi vedevamo soltanto uomini immobili e disperati, violenti o assolutamente incapaci di ogni reazione. Di fronte a quella immensa sofferenza ci si sentiva impotenti e senza strumenti ed il nostro stesso lavoro era mortificato in uno sterile ruolo di custodia.
Poi uomini come Basaglia al nord e Piro da noi intuirono la strada da percorrere e cominciarono a costruire un’assistenza basata
sull’accoglienza, sulla prevenzione, sulla presenza continua in quegli stessi luoghi dove la malattia nasceva.

Nacquero le prime esperienze territoriali, le prime comunità terapeutiche, si cominciò quel lungo percorso di lavoro che consentirà di abbattere le mura e di chiudere i vecchi Manicomi.
Si capì che quella "follia" che ci avevano insegnato non esisteva e che tanti sintomi studiati e catalogati dai più noti manuali erano il prodotto delle istituzioni totali e non erano il naturale decorso delle psicosi.
Si capì che la malattia mentale non è incurabile e che i malati mentali possono vivere una vita accettabile, recuperare abilità e capacità di relazione, che le loro crisi possono essere gestite e superate in strutture idonee e loro stessi tornare a riprendere il cammino interrotto; non deve però mancare loro il rispetto e la dignità umana, ed agli operatori la professionalità necessaria per restituire capacità di ascolto e comprensione umana.
E’ per questo che ci schieriamo contro tutti i Manicomi, quelli fisici della emarginazione e della violenza istituzionale, quelli psicologici della costrizione dell’anima e della inibizione della creatività.


  

     
Periodico a distribuzione gratuita
per l’integrazione socio-sanitaria
e la riabilitazione psico-sociale a cura del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL NA 5
Supplemento a "il Giornale di Cava"
registrazione del Tribunale di Salerno
numero 953 del 18 luglio 1996
Tel. 0347 4771692
www.obla.it/ilgiornaledicava
email: ilgiornaledicava@obla.zzn.com

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anno collaborato a questo numero:
Francesco Albanese, Ida Balzano, Lucio Bonelli,
Caterina Butaro, Angelo Castelli, Ciro Cefariello, Antonio Ciaravolo,
Ciro, C’Onnan, Giuseppe d’Aquino, Teresa D’Arienzo,
Francesco De Stefano, Filippo Di Carluccio, Carla Di Cristo,
Salvatore Garofalo, Felice Gaglione, Nunzia Gaglione,
Antonio Giordano, Giovanni Iennaco, Luigi Intoccia, Raffaele Iovine, Maurizio Lombardo, Mangiafuoco, Maria Cristina, Giannofrio Masessa, Mimmo Matrone, Andrea Miele, Giovanni Olimpiade, Anna Maria Sorrentino, Anna Maria Speranza, Stefania, Telem@tico,
Raffaella Terrone, Rosanna Tortora, Rosalba Vitulano
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