Tator', giusto per stare in tema. Salvatore di nome e
di fatto. Per carità, anni luce da noi l'idea dell'accostamento con il
"Salvatore" propriamente detto, ma egli, Salvatore l'argenziano,
qui lo conio: silver, per il suo animo chiaro disponibile,
sottoponendolo, però a Nostro Signore: Gold alias God.
Tator' è per Torreomnia il Vate, il Virgilio delle contrade coralline,
l'Omero dell'odissea del mostro ignivomo, turrito come la stessa Torre, e
letale come l'ostinazione dei torresi che da sempre vogliono l'insidia a
cavalcioni o cavaceci che dir si voglia.
Tator', dunque, l'Omero delle nostre parti, non solo, è altresì l'òmero
destro del sottoscritto. Chè, Torreomnia, sarebbe sensibilmente
impoverita senza i suoi prestigiosi lavori.. Ho già parlato di lui
ampiamente nell'intro che scorta tutte le sue fatiche su
Torre pubblicate in Torreomnia. Inevitabilmente nasce qualche piccolo
screzio polemico in rapporto con gli addetti ai lavori specie locali, e
Tator' lì a raccomandarmi: Marittie' quattro righi, se vuoi, ma che
apprezzano il lavoro, non me.
Candido, come tutti i torresi extra moenia, purificati e redenti in fatto
di provincialismo, falso pudore, lobbismo e molti vizi caratteriali che il
nostro retaggio di marittimi ci ha lasciato contaminare nel pianeta,
insieme, per fortuna alla scaltrezza difensiva, alla maestria
professionale, all'ingegnosità, avviluppati, però, nell'autarchia
domestica, per il timore atavico della detronizzazione, retaggio di un
popolo eternamente dominato lungo la storia.
Candido, il nostro Salvatore, che sembra ignorare l'autobiografismo che si
ravvisa, discernendolo, in ogni lavoro letterario se pur tecnico. Parlare
bene di un'opera è comunque valutare chi la partorisce (sic). Mi
dispiace, Tato', la tua modestia non può essere appagata. Il maschio
scrittore, sappi, eccelle perché i suoi prodotti rappresentano una sorta
di maternità accomodata, proprio come la freudiana invidia femminile del
pene.
E poi... io sfido a trovare un torrese che non ti voglia bene, dopo tutto
quello che fai per questa nostra enciclipedia fuori lucro. L'ho già detto
mille volte il successo a Torre del Greco si misura col silenzio. Le
critiche, invece, arrivano subito e numerose. I complimenti vanno
estraggono dalle corde vocali dei torresi con la pinza del dentista. Per
noi i complimenti, la gratitudine, equivalgono ad una confessione segreta,
un esibizionismo erotico da celare sotto l'impermeabile; un tabù che si
scioglie in catarsi solo in punto di morte A Torre, come si dice, non
gìà i figli, ma i compaesani si baciano nel sonno.
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I dizionari di Salvatore Argenziano sono univoci. La
molla che spinge Tator' a queste ricerche, talvolta affannose, è l'amore
per le radici. L'amarcord torrese intorno alla sua età evolutiva,
a cavallo del secondo conflitto mondiale, spinge dai precordi a mo' di
materiale igneo. Grazie pure alla distanza che lo divide da Torre sin dal
dopoguerra. Che stupido chi ha coniato il detto "lontano dagli
occhi, lontano dal cuore". Io credo che la contronaturalità del
matrimonio con le sue odierne, devastanti conseguenze, sarebbe sconfitta
modificandolo in matrimonio per corrispondenza. E' il gomito a
gomito che devasta e deteriora.
Tator' vuole essere sì l'antesignano di queste fatiche, non l'autore
assoluto; agogna una sorta di collettività procreativa, anche se, con
riferimento a più sopra, è lui, infine, a partorire e ad imporre il nome
alla creatura. Le vorrebbe opere scritte a mille mani, una sorta di orgia
letteraria, perché, infondo, più menti sono e più ampio sarà il
panorama lemmistico. A parte alcuni collaboratori, il resto giacciono
sotto il giogo dello voyeurismo e del feticismo, annaspando,
rispettivamente, capillarmente, in silenzio nei meandri di Torreomnia, nei
dedali ed anfratti della sua ampia architetura, magari in fretta, senza
seguire il metodo suggerito per navigare, la ricerca interna, l'indice
analitico, giudicando l'opera un ambage zibaldonica; in secondo luogo
immaturamente tengono stretti sul petto i feticci: foto, scritti,
documenti, versi, spesso interessanti e originali, che, con
l'irreversibile nostro destino di mortali, se non finiscono nell'avello,
sono destinati alle pattumiere domestiche dietro il commento ironico dei
congiunti: erano i suoi vrachieri!
Le fatiche di Salvatore Argenziano, perché, credete, tali sono,
rappresentano delle gemme incastonate nel colliere culturale di Torre del
Greco. Purtroppo l'avvento Internet pur essendo una delle più grandi
espressioni democratiche planetarie, ha finito con divenire dispersivo a
causa della megagalattica offerta, ponendo tutto il valente in oceani di
zavorra, finendo col saturare l'utente, quindi, contestualmente offusca
elementi comunicativi ed artistici che, scandagliati col cartaceo,
sprigionavano e diffondevano tutto il loro valore, tutta la loro utilità,
tutta la loro bellezza propriamente detta.
Tato' speriamo solo che l'ecclissi della rete superi questa fase stagnante
e che le tue gemme risplendano nella giusta luce sotto gli occhi di tutti,
torresi e non. Consolati con i diversi linguisti nazionali professionisti,
che, senza torresaggine, ti hanno già tanto gratificato. |