XV. ANSER ET MULIER
Elapsum mulier de cohorte anserculum
consectabatur per vias Neapolis,
qui, replens urbem maximis clamoribus,
dominam fallebat praeter naturam catus.
Armata haec scopis, omni contumelia
plebeia implebat; cursu anhelans, alitem.
Viatrix turba et prodiens e ianuis
concita clamore, stabat pars pro muliere,
pars inclinabat avis ad misericordiam.
Interea clamor regiam nanciscitur:
<<Ad arma! ad arma! >> statio alacris invocat.
Rex ipse timidus ne qua seditio foret,
rogatum mittit servum de convicio.
Qui cum redisset: <<Sacra Maiestas,>> rettulit
<<mulier et volucris miscuere Neapolim:
inter se certant cives utra loquacior>>.
XVI. MURES, FELIS MORTUUS ET MERULA
Ad sepeliendum felem mures mortuum
cauda trahebant, et, tyranno liberi,
iucundi maestam concinebant neniam,
pedem movere cum trahenti visus est
mortuus. Aufugiunt omnes sua trepidi in cava.
Tunc merula e cavea: "Quod times et mortuos
tyrannos, vile, natum es servitio, genus!"
Denegat indignis sua libertas munera.
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15. L'OCA E LA DONNA
Una donna inseguiva per le strade di Napoli
un'ochetta scappata dal cortile, la quale,
riempiendo la città di portentosi strepiti,
con insolita astuzia sfuggiva alla padrona.
Questa, armata di scopa, riempiva l'ocherella
di mille contumelie volgari, per la corsa
ansimando. La gente a spasso e l'altra che
lo schiamazzo attirava a uscire sulle soglie
delle case, prendeva a parteggiare chi
per la donna, chi per il volatile, mossa
a compassione. Intanto fino alla reggia arriva
tutto questo clamore. <All'armi! All'armi!> strillano
le guardie all'erta; il re in persona, temendo
una sommossa, incarica un servo di indagare
sullo schiamazzo. Il servo ritorna e riferisce:
<<Sacra Maestà, a soqquadro Napoli è stata messa
da una donna e una papera: discute la città
su quale delle due sia la più loquace>>.
16. I TOPI, IL GATTO MORTO E IL MERLO
Dei topi trascinavano un gatto per la coda:
era morto, volevano seppellirlo, e, felici
per essere ormai liberi dal tiranno, cantavano
tutti in coro una mesta nenia; quando sembrò
a uno di loro, mentre tirava, che i defunto
muovesse il piede. Fuggono tutti dentro la tana
trepidanti. Ma ecco un merlo dalla gabbia:
"Poiché temi i tiranni anche da morti, tu,
razza vile, sei nata per stare in schiavitù!"
La libertà rifiuta i suoi doni agli impegni.
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