Pampinea autumnum redimitum tempera vite
 pendula Libra tulit.

Prima velantur colles caligine et agri,
 pectora maestitia.

 

Agmen triste gruum tranans longo ordine caelum,   litora nostra fugit.

Laetus at ille rosas donat fructusque, racemos
 ille rubere iubet.

 

Dumque premit pedibus lectas de vitibus uvas,
 purpureusque fluit

-<Evoe, liber, ades!>faunis clamantibus-humor,
 admonet haec sapiens:


<O moriture, breves aerumnis corripere annos
 hoc, fuge, dante deo;

namque novasque vetus scit Bacchus pellere curas, scit veteresque novus >.

L'oscillante Bilancia porta l'autunno, dalle tempie coronate di pampini.
Cominciano a velarsi di nebbia i colli e i campi,

di mestizia i cuori.

 

Uno stormo triste di gru, traversando in lunga fila il cielo,   fugge dai nostri lidi.

Ma lui allegro dona rose e frutti, e ai grappoli ordina di farsi rosseggianti.

 

E mentre pigia coi piedi l'uva raccolta dalle viti,
e purpureo scorre
il succo - e i fauni gridano:<Evoè, Bacco, vieni!>-
così ammonisce il saggio:


<O morituro, non accorciare con le pene i tuoi brevi anni, se un dio te lo concede;

il vecchio Bacco infatti sa scacciare i nuovi affanni, e quello nuovo i vecchi >.