In Quattuor anni tempora, alternando metri cari
ad Orazio, il poeta canta le stagioni.
Un paesaggio di neve accoglie il dolore delle cose e degli animi ("res
animique dolent"). E' tempo di restare nella cara casa ("cara
domus"). Dal fuoco, su cui ardono pezzi di legno di nave, viene un
profumo di mare ("ignis olet pelagus"). La moglie dia al marito
un bicchiere di vino e il libro di Virgilio e di Orazio: egli riprenderą
vigore col vino e berrą larghi fiumi della musa latina. Tornano con la
primavera fiori, uccelli, vele e rivivono gli antichi dči ("Numina ab
vivunt veterum!"); e il poeta si chiede se lo spirito della Musa
latina lo riempia, mentre in risposta un cornuto Satiro fa echeggiare
uno scoppio di risa. D'estate l'ardente canicola ordina di allontanarsi
dalla cittą e cercare refrigerio al mare o nella divina quiete della
campagna, in compagnia del vino che dą l'oblio e del dolce miele di
Orazio. La costellazione della Bilancia sospesa nel cielo riporta
l'autunno con le tempie inghirlandate di pampini: la prima nebbia vela
colli e campi, la malinconia vela gli animi. In cielo volano tristemente le gru in lunga fila ("agmen
triste |
gruum"). L'autunno ordina ai grappoli di rosseggiare
("racemos ille rubere iubet"). Il saggio ammonisce il morituro affinché
scacci le nuove preoccupazioni col vecchio vino e le vecchie col nuovo.
Il poeta si rivela chiuso e isolato nel suo ideale classico di vita, che
lo spinge a sintonizzarsi alla maniera pagana con le vicende della
natura, sentite come occasioni per variare il proprio stato d'animo;
eppure si insinuano qua e lą spunti di sensibilitą romantica incline a
scorci nostalgici di vita privata e a trasfigurazioni simboliche del
paesaggio.
Biagio Scognamiglio
METRO: VV. 1-16 (l'inverno) e vv. 42-57 (l'autunno): archilocheo primo
(in ogni strofa si alternano un normale esametro e una tripodia
dattilica catalettica, che corrisponde alla seconda metą del
pentametro); vv. 17-29 (la primavera): strofe saffica (tre endecasillabi
saffici e un adonio); vv. 30-41 (l'estate): strofe alcaica (due
endecasillabi, un enneasillabo, un decasillabo).
|