Frustra per
Alpes haud, igitur, tuus
est, magna, fusus, progenies, cruor,
frustra tibi nec sanctus amnis,
qui potiore lyra canendus,
divina, Plavis,
verba locutus est,
tu namque vincens fortiter, inscio
nostro novas regno indicasti
imperiique vias et artes.
En iura, prisci
praesidium Lati,
redintegrata vi socia vigent:
vis pellit internos rebelles,
vi male, contremat, hostis audax.
Iam saepe
ruptus seditionibus,
artes alacres perge, labor, tuas;
da, terra, fruges, da, sonora,
divitias patriae, officina!
Aerata pontum,
prora recens, ini,
alae boantem findite et aera,
et nuntiate auctae per orbem
Italiae decus atque vires!
Minerva foedis
libera vinculis
divina surgit lumina fulgurans,
ad astra laturum atque fingit
itala regna genus novellum.
Divine nostrae
gentis, ave, o puer
Balilla, vincens tempora gloria,
qui das cohorti filiorum
saxaque fatidicumque nomen! |
Non invano,
dunque, sulle Alpi il tuo
sangue è stato versato, eccelsa stirpe,
né invano per te il santo fiume
degno di canto di miglior lira,
il Piave, disse
le parole divine;
che tu, vittoriosa con coraggio, all'ignaro
nostro regno hai mostrato le nuove
vie, le nuove arti dell'impero.
Ecco, il
diritto, presidio del Lazio antico,
integro ancora in forza dell'unione è in vigore;
la forza respinge gli interni ribelli,
della forza il nemico, audace e incauto, trema.
Spesso
interrotto già da sedizioni,
continua le tue alacri arti, o lavoro;
produci messi, o terra, procura,
sonora officina, ricchezze alla patria!
Nuova prora di
bronzo, solca il mare,
ali, squarciate l'aria rimbombante,
annunziate accresciute al mondo
le forze e l'onore d'Italia!
Minerva, libera
dai turpi vincoli,
si leva fulgida nei divini occhi
e plasma una rinnovata stirpe
che agli astri porterà l'italo regno
Ave, di nostra
gente divino fanciullo
Balilla, che vinci con la gloria il tempo,
che dài alla coorte dei figli
i sassi e il fatidico nome! |