Ignazio
Sabiucciu
torrese
da vent'anni
Immagini

E'
con grande piacere che pubblico questo singolare artista, oramai torrese
che, tuttavia non disdegna le sue origini. Sabiucciu è bravo e quotato,
non solo, ma è una personalità che non subisce, ma doma il tormento
creativo con la disponibilità verso gli altri, la creanza, la
costumatezza, il contegno, l'urbanità. Cose desuete per l'artista
affermato soprattutto se operante nell'area vesuviana di aria spesso
tutt'altro che atarassica e distesa.
E poi, trovatelo un cognome parimenti simpatico. Un cognome anagrafico
molto più azzeccato di uno pseudonimo. Analogamente, a proposito, ad una
sua foto (vedi pag. 1 area immagini) che è difficile non scambiare per un suo
autoritratto dipinto, la cui espressione del volto non è meno carica di
intensità e significanza, ad esempio, della universalizzata
"Gioconda" in materia però, questa volta, dei dualismi
classici: tormento-estasi, odio-amore, eros-thanatos; temi frequenti nelle
tele di Sabiucciu, dove si descrive una sorta di figurativismo moderno
esistenziale, nei suoi misteri, nella condanna umana irreversibile e
inscindubile: "spirito-corpo", là dove non si sa bene in quale
parte si annida il senso universale di follia, per fortuna diafano e
romanzato nell'arte, nella fattispecie definito "phatos-creativo".
In ultima analisi, il suo ed il mio cognome hanno una evidente affinità:
(sabbia-mare); ma non è solo questa empatia che me lo ha fatto apprezzare.
Luigi Mari, autore di Torreomnia.
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