I nemici di questo sito
(Quelli che non entreranno mai)

Più che nemici si dovrebbe parlare di indifferenti, di insensibili, anche se la loro idiosincrasia ai fatti d'arte e similari è voluta, soprattutto quando sono essi stessi "artisti". Forse non ci crederete, io amo questi personaggi, non già solo perché avrebbero bisogno di aiuto, li amo perché infondo hanno semplicemente degli schemi mentali che si dissociano dalla logica comune. Infatti i personaggi che seguono difficilmente li trovate sull'elenco telefonico. Chiaro segno di diffidenza.
Premetto che spesso, nel sito, troverete questa espressione che suona pressappoco "amo gli altri". Questa tendenza dipende da due fattori. In primo luogo la frase rivela la catarsi di chi è passato attraverso esperienze dolorose. In secondo luogo si verte ad amare gli altri non già solo perché se ne ha bisogno, ma perché molti di noi non amano abbastanza se stessi. L'amare gli altri, quindi rivelarlo, svela qui il substrato dell'amor proprio compromesso (inteso come autostima).
Il TRE non è il numero perfetto. Il QUATTRO è sempre come un file nascosto. I tre moschettieri, ad esempio, in realtà erano quattro. Per anni ho nutrito la consapevolezza che le insidie dell'uomo fossero TRE: le calamità naturali disastrose;  le malattie con l'eventuale morte e... gli altri, cioè il prossimo che molto spesso ti toglie privaci, pace e sicurezza. Un vecchio villo e grinzoso aggiunse: "E te stesso?" il nemico che è in ognuno di noi è la quarta insidia dell'uomo, ed è la peggiore.
L'atteggiamento di amare i "non amici" somiglia a quello biblico di  porgere l'altra guancia. E se fosse? So di non essere masochista o codardo, ma quando qualcuno, metaforicamente, mi da dato uno schiaffo per tutta risposta gli ho chiesto se si fosse fatto male la mano...
Al di la delle metafore e dell'ironia non giustifico le persone "negative", ma le comprendo. E' forse il caso di ricorrere ancora alla Bibbia con il ..."Chi è senza peccato...?" E' difficile essere buoni e non l'inverso. Il codardo, ad esempio è peggiore del coraggioso perché è spietato quando colpisce alle spalle.
Conosco bene le problematiche epocali planetarie. Negli anni 60 si leggeva riferendosi alla mamma: "...vorrei poter cangiar vita con vita / darle tutto il vigor degli anni miei / veder me vecchio e lei ringiovanita...".
Oggi, ahimè, alcuni figli sgozzano le madri, per droga, follia o altro. Ma le madri ancora rispettano il senso digiacomiano: la fidanzata diceva al fidanzato  ...."te' chisto è 'nu curtiello, addo' mammete va / scippele 'o core e puortammillo cca'. / E chillo 'nfame jette, e stu curaggio avette. / Ma c''o stesso curtiello, cu 'a mano scellerata lle tremmaie / sceppanno o core 'a mamma nu dito se tagliaie. / E sapito 'sta mamma, gente, che dicette? / Dicette: f...figlio, t...te si' ffatto male? / E guardannele 'o dito suspiranno murette.
Ebbene non vi serbo rancore, personaggi sottostanti, non vi odio, tutt'al più, insieme a tutti gli aficionados del sito, ci proporremo di tenervi a bada.

Un primo nemico del sito è l'artista patologico. E per artista mi riferisco, qui, a tutte le branche dell'arte: Pittura, Teatro, Letteratura, ecc. Si dirà che l'arte di dipana tutta dalla sfera patologica. Molti grandi artisti planetari hanno lasciato delle biografie a dir poco raccapriccianti. Infatti l'espressione "pathos creativo" confermerebbe questa tesi.
Ma una certa patologia locale riscontrata (per fortuna) in un piccolo nucleo di artisti locali, si è rivelata una nosografia che fonda le sue radici solo su di una sorta di provincialismo, di terrore panico di non poter sopraffare e prevaricare i colleghi allo scopo di colmare quel buco dentro di se ancora più profondo del pozzo di S. Patrizio. Questi personaggi, per fortuna pochi e, devo dire, diversi di essi tenaci, volitivi e risolutivi nel loro operato, disdegnano recisamente il lavoro degli altri. 
Essi non entreranno mai in questo sito perché lo snobberanno, poiché si contaminerebbero con la mediocrità degli altri.

Un nemico antico torrese oramai, per fortuna, quasi in estinzione, identificato una volta sotto gli eufemismi di suocera, capèra, megera o maliarda, oggi identificata in un termine unico che, per quanti sforzi abbia fatto non sono riuscito a tradurlo con un altro che, non dico rendesse l'idea, ma almeno vagamente ne rivelasse il significato. Chiedo scusa ai bacchettoni, ai moralisti, agli amanti dell'analisi scelta, all'Accademia della crusca o che dir si voglia: il personaggio in oggetto è la PERETA.
Già nel sito ho adoperato un'altro termine intraducibile: CAZZIMMA. Cosa volete, questi non sono lemmi, sono più di un  file multimediale.
Essi comprendono immagine, musica, animazione e addirittura odore del significato che contengono.

Come si fa a tradurre CRESOMMOLA (albicocca), SCHIZZECHEA (pioviggina).
PERETA è un poema per definire il personaggio che intendo. Una sola parola mi compatta venti capitoli, che dico, un romanzo di Mastriani o di Dumas padre o di Dostojewiski.
A questa signora non deve e non può piacere il mio sito per una ragione semplicissima. Tutto ciò che di valido, buono, benefico e bello nella cintura vesuviana l'ha fatto il figlio; qualcosa in meno se si tratta di figlia; nulla, come il mio sito, se l'ha fatto il marito...

I pedanti. saccenti, sedicenti, barbassori, culturalisti, non necessariamente autodidatti. Condannati a vivere sempre e comunque sul filo della bravura precludono a priori ciò che gli altri fanno; bocciano senza esaminare qualsiasi iniziativa dei loro convesuviani. Se dovesse capitare di osservare l'operato di chicchessia lo fanno da soli in silenzio come i ladri, assorbiti da totale onanismo cogitale.
Non leggono od osservano l'operato degli altri, magari valido, già consolidato ed affermato; ma concentrano le loro energie solo nel rilevare piccoli errori, incongruenze o imperfezioni. E' qualcosa che va molto al di là della pedanteria e della gelosia.
Nel logorio, però, sono prodigiosi e scaltri insieme. Se ti incrociano per istrada, pur di non averti vis a vis preferiscono fare il giro per l'Africa per raggiungere la propria abitazione. Quando proprio sbuca da un angolo e lo hai di fronte diventa ossequioso e gentile, non parla male di te, ma muore dalla voglia che tu pettegoli di qualcuno. Se gli dai solo l'imbeccata vomita vituperio e veleno sul malcapitato collega, che magari ha lasciato mezzora prima, congratulandosi con lui.
Il direttore di un prestigioso giornale locale mi ha detto un giorno: se fai qualcosa, sotto il Vesuvio, e avverti un silenzio globale vuol dire che tutto è andato bene. Altrimenti una valanga di  critiche indirette ti arrivano all'orecchio. Ma se hai fatto bene, almeno per un anno vieni evitato per istrada. Il tuo fatturato per due-tre anni calerà del 50%. Se fai, invece,  un capolavoro morirai di fame, per sempre, solo, malnutrito, nell'inedia e nell'indigenza.
Se questo sito non si riempie buona parte di colpa è di questi personaggi.

Eccolo il personaggio che ignora, ché non è la stessa cosa di dire "ignorante". Quest'ultimo è un individuo a cui la società ha precluso l'evolversi ed il "non vivere come bruti" dantesco. Il nostro non ha seguito studi regolari; nemmeno, però, ha mai letto un rigo. Il suo vangelo è l'apparire: non indossa un capo se non è firmato. Si cuce addosso un nome esotico che non sa neppure pronunciare.
Va al di là del "burino" tradizionale, classico, romantico. Difficilmente parla torrese, ma usa un linguaggio a mezza strada tra Verdone e Benigni, anche se emergono vigorose le inflessioni, come dire, vasciammaresi. Egli venera i panini e le birre ed ha una ipersensibilità per tutto ciò che è voluttuoso e pragmatico.E' anticulturale convinto. "La cultura è da pederasti" dice.
E' di un qualunquismo esasperato ed è incline a professioni come lo strozzinaggio e la ricettazione. Non è precisamente colui che a Roma dicono "coatto", ma usa tali espressioni: Sei così 'gnorante che la prima volta che hai visto 'na forchetta te ce sei pettinato. / Sona, sona tra le gambe di tua madre che ce sta più traffico. ecc.
Questo è uno dei personaggi che non solo non entrerà mai nel mio sito, ma dirà a chi vuole farlo: Te do 'no schiaffo che solo lo spostamento d'aria te fa piglia' a pormonite.

Ecco l'arrogante superuomo che ricusa tutto e tutti. Racconta solo i fatti dove egli esce sempre e comunque  vittorioso; dove, nel migliore dei casi; lascia il suo interlocutore intimorito da una minaccia. L'arrogante spesso non ha sensibilità artistica, amore per il bello, le sue problematiche lo allontanano dal sociale. Egli non solo ignorerà il sito, ma dileggerà tutti coloro che l'apprezzano sostenendo che una bella donna, un litrozzo di vino ed una magnifica scazzottata sono le migliori "passioni" della vita.  
                                                        Luigi Mari